Stai cercando una badante a Milano, Torino, Aosta o Savona? Vitassistance è la soluzione !
Stai cercando una badante a Milano, Torino, Aosta o Savona? Vitassistance è la soluzione ! La Stampa

Le due grandi sfide al Parkinson: prevenzione e diagnosi più accurate

Mar 25 2015

Di fronte alle malattie neurodegenerative, con le quali ancora non ci resta che convivere per la mancanza di cure, il segreto è intervenire precocemente. Solo così si può rallentare l’avanzata di tante patologie. Questo vale anche per il Parkinson, vera emergenza che in Italia colpisce 200 mila persone e 10 milioni nel mondo. 

 

Contro questo disturbo progressivo - che causa la distruzione dei neuroni che producono dopamina, il neurotrasmettitore coinvolto anche nei circuiti cerebrali deputati al movimento - la ricerca procede in più direzioni, dalla genetica alle staminali: e ora di Parkinson si torna a parlare in occasione della «Settimana del Cervello», in programma fino al 22 marzo. «Il 90% dei casi è sporadico. Non conosciamo le cause della malattia, la cui comparsa dipende da una complessa interazione tra predisposizioni genetiche e fattori ambientali, in equilibrio come braccia di una bilancia», ammette Aldo Quattrone, presidente della Società italiana di neurologia e rettore dell’Università della Magna Graecia di Catanzaro. «Quel che è certo è che, una volta comparso, il Parkinson non si può fermare». 

 

Settimana del cervello  

 

L’incidenza cresce con l’aumentare dell’età: è quindi fondamentale saper distinguere i cambiamenti fisiologici dovuti all’invecchiamento dalla vera patologia neurologica. «La risonanza magnetica non ci aiuta: i cervelli parkinsoniani sono spesso indistinguibili dai sani. Bisogna invece osservare i disturbi non motori, come la riduzione dell’olfatto, la depressione, la stitichezza e i disturbi urogenitali - aggiunge -. Ma il fattore predittivo più importante è il disturbo del sonno Rem, individuabile con un test elettroencefalografico mentre si dorme: è quello che causa un’agitazione anche violenta. Il 50% di chi ne soffre svilupperà il Parkinson entro 13 anni». 

 

Nel Parkinson rimangono intatte il 20% delle cellule dopaminergiche. «La diagnosi, quindi, non è banale. L’osservazione clinica non è sufficiente, perchè può essere confuso con patologie simili, ma diverse, i “parkinsonismi”». Gli esami per la diagnosi certa sono perciò due: la scintigrafia cerebrale DatScan, con cui misurare il danno dei nuclei dalle base, e «la scintigrafia miocardica Migb per indagare lo stato dell’innervazione simpatica del cuore», dice il neurologo, il cui contributo a questa tecnica è stato decisivo. 

 

Mentre la sostanza nera cerebrale degenera, si determina un’alterazione funzionale del circuito dei nuclei della base che produce tremori e rigidità muscolari; questi, in fase avanzata, sono talmente invalidanti da impedire le azioni più semplici. Oggi il farmaco antiparkinsoniano più efficace in uso è la levodopa, ma alcuni pazienti, nelle fasi avanzate, sviluppano una forma di farmacoresistenza. Alleviare i sintomi è allora possibile solo ricorrendo alla stimolazione cerebrale profonda, la Dbs: attraverso un intervento neurochirurgico due elettrodi sono impiantati in una zona profonda del cervello e l’accensione del neurostimolatore provoca la decontrazione muscolare, restituendo così al paziente l’autonomia perduta. 

 

Stimolazione wireless  

 

«Oggi, però, le aspettative nei confronti della “Dbs” sono state in parte ridimensionate: oltre ad essere un trattamento invasivo, aumenta il rischio di demenza». Tuttavia, uno studio appena pubblicato sulla rivista «Science», condotto sui topi dai ricercatori del Mit di Boston, ha ideato una forma wireless, senza elettrodi, attraverso l’iniezione nelle aree da stimolare di nanoparticelle magnetiche: queste, reagendo all’applicazione di campi variabili, riescono ad attivare i neuroni. 

 

La strada per le cure, perciò, è ancora lunga. Intanto Quattrone ribadisce il ruolo terapeutico della prevenzione: «Una dieta vegetariana e ipoproteica è fondamentale». Insieme con l’esercizio fisico sembra svolgere un ruolo protettivo. Anti-Parkinson.

 

FONTE: http://www.lastampa.it/2015/03/18/scienza/tuttoscienze/le-due-grandi-sfide-al-parkinson-prevenzione-e-diagnosi-pi-accurate-R70CwmDnLPJRqTUJcvUqiI/pagina.html

Letto 1306 volte
Vota questo articolo
(0 Voti)