Il caso:
nella sentenza della Corte di Cassazione n° 35080/2022, l’oggetto della controversia sono state le sanzioni erogate dall’Ispettorato del Lavoro a una Cooperativa Sociale che assumeva badanti con contratti di lavoro autonomo e poi le inviava a lavorare presso le famiglie assistite, dietro compenso.
La Suprema Corte ha confermato le sanzioni sul presupposto che i rapporti di lavoro delle badanti erano da riqualificare come rapporti di lavoro subordinato e la Cooperativa, di fatto, svolgeva un’attività di somministrazione di lavoratori domestici. Attività che per legge, va ricordato, può essere svolta esclusivamente dalle Agenzie per il Lavoro munite di apposita autorizzazione.
Motivazioni e principi:
In particolare, la Suprema Corte ha stabilito che “la fattispecie di intermediazione della cooperativa sociale nella collaborazione con le famiglie richiedenti il servizio di lavoratrici (…) addette alla cura di persone anziane o disabili è riconducibile al lavoro domestico (…) esercitato in regime di somministrazione (…), che integra una particolare forma di subordinazione, giuridicamente ricorrente tra Cooperativa somministra(trice) e lavoratrici somministrate”.
Per giungere a tali conclusioni, la Suprema Corte ha recepito le seguenti considerazioni dei giudici di merito:
1. già in base alla legge (e in particolare in base alla legge n. 339/1958che disciplina il lavoro domestico e al d. lgs. n. 276/2003 che disciplina le Agenzie per il Lavoro e l’autorizzazione alla somministrazione), il lavoro domestico non infermieristico (per esempio quello di Colf e Badanti) costituisce una forma tipica di lavoro subordinato, che può essere instaurato esclusivamente: i) mediante assunzione diretta da parte della famiglia; ii) mediante somministrazione da parte di Agenzia per il Lavoro autorizzata (che assume il lavoratore domestico con regolare contratto di lavoro subordinato somministrato);
2. la natura tipicamente subordinata del lavoro domestico, e in particolare dell’attività di “badantato”, si desume anche dalle sue caratteristiche intrinseche, trattandosi di prestazioni di lavoro di tipo manuale ed elementare, le cui modalità esecutive sono tipicamente indicate – come è stato accertato nel caso deciso dalla Suprema Corte - al momento dell’instaurazione del rapporto (continuità della prestazione nel tempo, obbligo di presenza in una determinata fascia oraria e retribuzione periodica fissa), senza che sia possibile ipotizzare una forma di autonoma organizzazione da parte del lavoratore domestico.
3. Il lavoro somministrato, anche chiamato lavoro interinale, è un caso particolaredi lavoro subordinato dato che il lavoratore presta la sua opera presso un privato utilizzatore e non presso l’agenzia che lo ha formalmente assunto. Si tratta quindi di una subordinazione atipica dove vi è un datore di lavoro formale (agenzia) e un datore di lavoro sostanziale (famiglia utilizzatrice).
Con questi tre principi è possibile chiarire ogni dubbio circa la subordinazione dei lavoratori domestici.
Infatti l’agenzia, in questo caso una Cooperativa Sociale (ma non fa differenza), che opera inviando lavoratori domestici non infermieristici a lavorare presso le famiglie o gli anziani, anche se sulla carta utilizza assunzioni con contratti di lavoro autonomo, svolge nei fatti una somministrazione di lavoratori domestici subordinati, in quanto vi è continuità della prestazione nel tempo, una paga stabile che è incompatibile con un lavoratore autonomo, e un obbligo di presenza presso la famiglia utilizzatrice in determinate fasce orarie e la famiglia utilizzatrice coordina e dirige il lavoratore impartendo le proprie direttive.
Considerazioni:
Spesso le contestazioni delle autorità, che vengono fatte alle agenzie di badanti che abusano dei contratti di lavoro autonomo, falliscono perché secondo i criteri classici non c’è subordinazione(in un’ottica bilaterale) tra lavoratore domestico e agenzia,e purtroppo viene completamente trascurato il fatto che i lavoratori prestano la loro opera presso le famiglie utilizzatrici e non presso l’agenzia o la cooperativa.
Invece, è proprio in quest’ottica trilaterale tra agenzia-lavoratore-famiglia che la subordinazione è palese, ed è proprio la fattispecie tipica del lavoro subordinato in somministrazione dove i rapporti tra agenzia-lavoratore e agenzia-famiglia vanno analizzati contestualmente e non separatamente.
Come si evince dalla sentenza, questo implica che le Agenzie che intermediano lavoratori domestici assumendoli con formule di tipo autonomo, quali partita iva o contratti di collaborazione coordinata e continuativa, che prevedono una prestazione continuativa con una paga prestabilita e vincolo di orari di lavoro, svolgono a tutti gli effetti somministrazione di lavoro domestico subordinato, che se svolta senza autorizzazione ministeriale prevede sanzioni da parte delle autorità competenti e riqualificazioni dei contratti stessi in forma subordinata.
In questo modo, la Corte di Cassazione di fatto ha confermato quanto la Vitassistance S.r.l. ha già da tempo sostenuto nei propri articoli, dove si informava il pubblico degli eventuali rischisulle assunzioni di badanti con partita iva e con contratti Co.Co.Co. e in generale sui rischi di affidarsi ad agenzie di badanti non autorizzate alla somministrazione di personale.
Rischi che non riguardano solo le Agenzie o Cooperative che forniscono le badanti con le suddette modalità, ma riguardano anche le famiglie clienti, le quali, in caso di riqualificazione dei rapporti di lavoro delle badanti (da autonomo a subordinato), sarebbero responsabili, insieme e al pari delle Agenzie e delle Cooperative, delle differenze retributive e di contribuzione previdenziale che potrebbero essere rivendicate dai lavoratori interessati.
Autore: Axel Greco - Articolo protetto da Copyright ©
Per promuovere il miglioramento del livello qualitativo e quantitativo delle prestazioni di lavoro, di cura e di assistenza in favore delle persone anziane non autosufficienti e per favorire la regolarizzazione del lavoro di cura prestato al domicilio della persona non autosufficiente, il governo ha introdotto nel nuovo decreto Pnrr un esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali per l’assunzione di badanti, destinato agli anziani over-80 non autosufficienti. Ma vediamo meglio i dettagli del provvedimento in cinque domande e risposte.
A quali tipo di contratti si applica l’azzeramento dei contributi per il datore di lavoro?
Alle nuove assunzioni e alle trasformazioni dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato. Chi ha già stipulato un contratti a tempo indeterminato non gode del bonus.
Quali requisiti economici deve avere il datore di lavoro over 80 beneficiario dell’azzeramento dei contributi?
Deve possedere un valore dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) per le prestazioni agevolate di natura sociosanitaria non superiore a euro 6mila euro.
Quanto dura l’azzeramento dei contributi e qual è l’importo massimo della decontribuzione?
L’esonero dal versamento del 100 per cento dei complessivi contributi previdenziali ed assicurativi a carico del datore di lavoro è riconosciuto per un periodo massimo di 24 mesi, nel limite massimo di importo di 3mila euro.
In quale arco temporale vanno fatte le assunzioni per godere della decontribuzione totale?
L’esonero totale dal versamento contributi previdenziali ed assicurativi vale per i contratti di lavoro stipulati a decorrere dal 1 aprile 2024 e fino al 31 dicembre 2025.
Che risorse ci sono a disposizione per la copertura della misura?
Le copertura sono pari a 10 milioni di euro per l’anno 2024, a 39,9 milioni per l’anno 2025, a 58,8 milioni per l’anno 2026, a 27,9 milioni per l’anno 2027 e a 0,6 milioni per l’anno 2028.
Il quale caso non si applica la decontribuzione?
Il beneficio non spetta nel caso in cui tra il medesimo lavoratore e il medesimo datore di lavoro o persona del suo nucleo familiare sia cessato un rapporto di lavoro domestico con mansioni di assistente a soggetti anziani da meno di sei mesi.
Vi informiamo che le associazioni datoriali e sindacali riferite al lavoro domestico si sono riunite al Ministero del Lavoro per stipulare l’accordo relativo agli aumenti delle colf badanti per il 2024.
Per fortuna a differenza dell’anno scorso, gli aumenti di quest’anno, sono notevolmente bassi.
Vi invitiamo a condividere questa tabella confermata dal Ministero del Lavoro, dato che in rete si stanno diffondendo da diverse settimane tabelle non vere con importi molto alti che non sono stati confermati.
Potete consultare la tabella allegata per i minimi retributivi, che sono aumentati complessivamente di pochi euro al mese.
Per esempio le famiglie che hanno assunto una badante convivnete a 54 ore avranno un aumento di circa 9 euro al mese comprendendo tutti gli istituti di legge.
L'agenzia Vitassistance Srl rimane a disposizone per chiarimenti e vi augura un buon 2024.
Il nuovo decreto lavoro, in fase di elaborazione dal Governo, prevede importanti novità per diverse categorie professionali, tra cui colf e badanti, che svolgono un ruolo fondamentale nel nostro Paese ma che spesso operano in situazioni di irregolarità.
Si tratta del bonus badanti 2023, pensato per contrastare il lavoro non dichiarato, per questo l'esecutivo sta valutando l'incremento della percentuale di costi previdenziali e assistenziali che i datori di lavoro possono dedurre dal reddito complessivo ai fini dell'Irpef.
Fino ad ora, il limite massimo di deducibilità è stato fissato a 1.500 euro, ma secondo la bozza del decreto in questione, questa cifra sarà aumentata.
L'obiettivo è favorire una maggiore regolarizzazione delle figure di colf e badanti, garantendo al contempo la corretta tutela dei diritti lavorativi e previdenziali. Si auspica che l'aumento della deducibilità contribuisca a ridurre il fenomeno del lavoro in nero e a promuovere una maggiore legalità nel settore.
Bonus badanti 2023 e colf: come funziona e quali vantaggi offre
Il Governo, erogando il bonus badanti 2023, ottiene un duplice obiettivo. Da un lato, partecipa alla lotta contro il lavoro non regolare, dall'altro, sostiene le famiglie che necessitano di un assistente domestico all'interno del nucleo familiare.
Nonostante i particolari di questa iniziativa non siano ancora ben noti, il Bonus per l'impiego domestico è caratterizzato da un contributo mensile erogato dall'INPS. Il bonus colf supporta le famiglie che assumono l’assistente domestico a coprire una parte dei costi sostenuti.
L’ISEE del nucleo familiare del richiedente è determinante per stabilire l'importo del contributo: la quota diminuisce al crescere dell'indicatore. Il bonus badanti 2023 consente di ottenere un rimborso che varia dai 2,8 ai 4,8 euro su 40 ore settimanali complessive a fronte di un valore mensile incluso tra i 12 e i 20 euro.
Bonus badanti 2023 e detrazione fiscale: cosa serve sapere
Per quanto riguarda il bonus colf e badanti 2023, le ultime notizie parlano chiaro: non è ancora accessibile. Tuttavia, chi assume un lavoratore domestico ha la possibilità di usufruire di una detrazione fiscale sulle spese sostenute.
Questa detrazione concerne diverse spese deducibili che permettono di ridurre la base imponibile, diminuendo, di conseguenza, l'importo dell'imposta IRPEF da pagare.
Nella dichiarazione dei redditi del 2023, tramite il modello 730 o il modello Redditi Persone Fisiche, c’è l’opportunità di limitare i contributi versati per i collaboratori domestici nell'anno 2022. L’ammontare deducibile equivale al 19% dei costi sostenuti, con un valore massimo deducibile di 2.100 euro all'anno. Ciò significa che l'importo massimo che si può ottenere in detrazione è di 399 euro.
Nonostante ciò, questa detrazione fiscale è rivolta solo ai contribuenti con un reddito complessivo annuo inferiore a 40.000 euro. Inoltre, per quanto riguarda le spese deducibili, si applica il principio di cassa, il che significa che si considerano tutte le spese sostenute nell'anno solare.
Qual è la situazione dei lavoratori domestici nel 2023?
Nella società odierna, domestici impiegati nel settore domestico, di cui:
- il 90% sono donne;
- il 70% sono stranieri, inclusi coloro che non possiedono un permesso di soggiorno.
Tra di essi, circa 780.000 svolgono il loro lavoro in maniera irregolare, rendendo questo settore il più colpito dalla presenza di contratti non registrati.
La Commissione Nazionale per l'aggiornamento retributivo ha definito per legge un incremento del 9,2% dello stipendio da gennaio 2023 per far fronte all'aumento del costo della vita. Questo nuovo aspetto ha complicato ulteriormente la regolarizzazione di colf e badanti.
Piano Nazionale per la lotta al Lavoro sommerso nel 2023
Il bonus badanti è incluso nel Piano Nazionale con l’obiettivo di limitare il lavoro irregolare nel periodo 2023-2025: questo incentivo è stato ufficializzato nel mese di dicembre 2022 come parte integrante di un piano d'azione più ampio.
Tra le misure adottate per il settore dei lavoratori domestici troviamo:
- misure per semplificare le procedure che le famiglie devono seguire per adempiere agli obblighi di datore di lavoro;
- misure, anche di natura economica, per incentivare le famiglie ad assumere lavoratori in modo regolare, tra cui il Bonus per l'impiego domestico.
L’intento da perseguire entro il 2025 è il calo del 2% del lavoro nero.
Bonus badante 2023 e colf: requisiti per ottenerlo
Il Bonus badanti e colf 2023 è destinato a tutti coloro che assumono lavoratori domestici in modo regolare. Di conseguenza, coloro che possono beneficiare del bonus sono tutte quelle famiglie che ingaggiano: colf, badanti, babysitter o altre figure domestiche.
Le ragioni che spingono le persone a chiedere l’aiuto di un collaboratore domestico possono essere differenti. Le motivazioni principali variano dalla cura e assistenza dei bambini e degli anziani, soprattutto quelli non autosufficienti, alle pulizie domestiche.
I lavoratori domestici svolgono numerose mansioni e trascorrano molto del loro tempo a prestare assistenza ai bisognosi, per questa ragione il bonus mira a regolamentare questo tipo di lavoro e a garantire una retribuzione equa.
L’ISEE determina l’assegnazione del bonus colf badanti 2023, in questo modo, si agevolano le famiglie più bisognose che attualmente non ottengono altre indennità. Inoltre, questa misura non viene concessa a coloro che in passato hanno subito sanzioni legate a irregolarità contributive.
La procedura di richiesta del bonus badanti e colf 2023
Sono molte le famiglie che si domandano, riguardo al bonus badanti 2023, come richiederlo? Al momento non è possibile fare domanda per il bonus badante 2023 poiché il governo non ha ancora disegnato i modi di erogazione.
Ad ogni modo, è prevista la creazione di una sezione apposita all'interno del sito dell'INPS, con l'obiettivo di velocizzare e snellire la gestione dei rapporti di lavoro domestico.
Si sta progettando anche la creazione di un'applicazione per smartphone, dove le famiglie beneficiarie hanno l’opportunità di trovare tutte le risposte alle loro domande riguardo a questo tipo di contratto lavorativo.
Più controlli su colf e badanti. Lo prevede la bozza della legge di Bilancio che, a questo scopo, introduce nuove misure di contrasto all’evasione contributiva e fiscale nel settore dei lavori domestici. L’apposita norma stabilisce che Agenzia delle entrate e Inps realizzino “la piena interoperabilità delle banche dati” ed effettuino “attività di analisi del rischio e controlli sui dati retributivi e contributivi, anche comunicati in fase di assunzione”, e mettano in atto “interventi volti alla corretta ricostruzione della posizione reddituale e contributiva dei lavoratori domestici”.
Per favorire l’adempimento spontaneo, inoltre, l’Agenzia delle entrate “mette a disposizione del contribuente” i dati e le informazioni acquisiti e li utilizza anche “per la predisposizione della dichiarazione precompilata” e per segnalare allo stesso contribuente “eventuali anomalie”.
“È un grave errore pensare che si possa combattere il lavoro nero nel settore domestico recuperando l’evasione di colf e badanti note all’Inps ma sconosciute al fisco, attività certamente dovuta ma che si poteva fare da più di vent’anni.
Al contrario, il rischio è che si possa favorire la crescita del sommerso”, commenta il presidente di Assindatcolf, Andrea Zini.
Detrazione contributi colf e badante e deduzione nel modello 730/2023: facciamo il punto sugli importi, i requisiti e sulle istruzioni da seguire.
Spettano detrazione o deduzione per i contributi versati per colf e badanti?
C’è da sottolineare che le agevolazioni fiscali spettano solo entro determinati limiti e nel rispetto di specifici requisiti.
Anche quest’anno non cambiano le regole generali relative alla compilazione del modello 730/2023:
la detrazione dei contributi spetta solo per gli addetti all’assistenza personale di persone non autosufficienti, mentre la deduzione ha portata più ampia.
Bisogna in ogni caso considerare limiti e requisiti per determinare quando spettano la detrazione e la deduzione dei contributi Inps corrisposti per colf, badanti e genericamente lavoratori domestici.
Facciamo quindi il punto sulle regole per compilare il modello 730/2023, la cui scadenza è fissata al 2 ottobre. Dall’11 maggio è possibile apportare modifiche alla dichiarazione precompilata sul sito dell’Agenzia delle Entrate e procedere all’invio della stessa.
Detrazione contributi badante nel modello 730/2023: istruzioni e requisiti
Partiamo dalla detrazione dei contributi corrisposti in favore di badanti o altro personale addetto all’assistenza personale.
La spesa a carico del datore di lavoro domestico potrà essere indicata tra gli oneri detraibili nel modello 730/2023 nel rispetto dei seguenti requisiti:
- collaboratore assunto per l’assistenza personale di persone non autosufficienti negli atti della vita quotidiana;
- nel caso di reddito complessivo non superiore a 40.000 euro.
Il primo riguarda il motivo dell’assunzione dell’addetto all’assistenza. La detrazione dei contributi Inps spetta solo se questa è necessaria per aiutare soggetti che necessitano di assistenza continuativa o che non sono in grado di svolgere autonomamente una delle seguenti attività:
- assunzione di alimenti;
- espletamento delle funzioni fisiologiche e dell’igiene personale;
- deambulazione;
- indossare gli indumenti.
Non si tratta ovviamente di informazioni da indicare nel modello 730/2023, ma che saranno considerate dall’Agenzia delle Entrate nell’eventualità di controlli.
Quindi, il contribuente che indica la quota dei contributi INPS detraibili dovrà aver cura di conservare i documenti che provano la non autosufficienza (certificato medico).
La detrazione dei contributi INPS della badante spetta anche in relazione a spese che siano state sostenute per i familiari non autosufficienti, anche non fiscalmente a carico. Non spetta invece per i contributi corrisposti in favore di colf, con inquadramento contrattuale diverso dagli addetti all’assistenza personale.
Il rimborso Irpef spettante è pari al 19% della spesa, entro il limite massimo di 2.100 euro.
Deduzione dei contributi di colf e badanti fino a 1.549,37 euro nel modello 730/2023
Alla detrazione si affianca la deduzione, agevolazione che permette di sottrarre la spesa dal reddito lordo, prima del calcolo delle tasse.
I contributi Inps di colf e badanti sono deducibili dal reddito fino a un massimo di 1.549,37 euro.
L’importo che può essere portato in deduzione fiscale nel modello 730/2023 comprende esclusivamente la quota a carico del datore di lavoro.
Sono deducibili le somme effettivamente versate applicando il principio di cassa, senza tener conto della competenza dei trimestri.
Sono deducibili anche i contributi previdenziali sostenuti per una badante assunta tramite un’agenzia interinale e rimborsati all’agenzia medesima se quest’ultima rilascia una certificazione attestante:
- gli importi pagati;
- gli estremi anagrafici;
- il codice fiscale del soggetto che effettua il pagamento (utilizzatore) e del lavoratore.
Ai fini della deduzione dal modello 730/2023, non è quindi necessario che il collaboratore domestico sia assunto per specifiche finalità, come previsto ai fini della detrazione Irpef del 19%.
L’importo deducibile dovrà essere indicato nel Rigo E23 (contributi per gli addetti ai servizi domestici e familiari) del modello 730/2023 o modello Redditi Pf, nei limiti sopra indicati.
Il datore di lavoro domestico dovrà aver cura di conservare i seguenti documenti:
- ricevute di pagamento intestate all’Inps complete della parte informativa sul rapporto di lavoro domestico (ore trimestrali, retribuzione oraria effettiva, ecc.), effettuato dal contribuente tramite c/c postale e/o MAV (pagamento mediante avviso) nel 2022;
- per le agenzie interinali, la fattura deve contenere: il codice fiscale del soggetto che effettua il pagamento, i dati identificativi dell’agenzia, la specificazione della natura del servizio reso e l’indicazione della quota di contributi a carico del datore di lavoro.
FONTE: https://www.money.it/detrazione-contributi-colf-badante-modello-730-2023
Salta il bonus badanti annunciato nel nuovo Decreto Lavoro: nella versione iniziale del nuovo provvedimento, era stato annunciato l’aumento della soglia di deducibilità dei contributi versati ai lavoratori domestici regolarmente assunti da 1.500 a 3.000 euro, ma la norma è saltata per mancanza di coperture.
Vediamo ora quando e come potrebbe arrivare il nuovo bonus badanti insieme ad altri aiuti?
- Quando e come potrebbe arrivare ancora nuovo bonus badanti insieme ad altri aiuti
- Perché è importante l’approvazione del bonus badanti
Quando e come potrebbe arrivare ancora nuovo bonus badanti insieme ad altri aiuti
Saltato il nuovo bonus badanti nel decreto Lavoro con raddoppio della soglia di deducibilità dei contributi versati da parte del datore di lavoro a causa della mancanza delle risorse economiche necessarie, non è detto che venga del tutto cancellato ma, anzi, potrebbe arrivare o con decreto ad hoc, in cui sarà necessario reperire risorse unicamente destinate agli sgravi contributivi per le badanti assunte, o con decreto invalidità, considerando che si tratta di un provvedimento che, come annunciato, dovrebbe contenere misure per contribuire a migliorare la vita di anziani, disabili e invalidi, e l’assistenza garantita ad anziani o invalidi da parte badanti rappresenta certamente uno dei modi migliori sistemi di aiuto per le famiglie.
Il nuovo bonus badanti potrebbe anche rientrare direttamente nella nuova Manovra Finanziaria di fine anno, quando potrebbe essere maggiore la possibilità di avere a disposizione maggiori risorse economiche da ‘investire’ in questa misura, magari anche grazie ad un nuovo scostamento di bilancio che potrebbe essere concesso dall’Ue.
Perchè è importante l'approvazione del bonus badanti ?
In ogni caso, il bonus badanti per garantire la possibilità di sgravi contributivi per badanti che siano regolarmente assunte sembra essere molto importante come provvedimento per un duplice obiettivo.
Il primo è quello di ridurre il lavoro nero, considerando che gli sgravi contributivi verrebbero riconosciuti solo per badanti assunte con regolare contratto di lavoro, per cui per beneficiarne molti datori di lavoro presso cui le badanti lavorano oggi in nero dovrebbero regolarizzare le loro posizioni lavorative in modo da poter usufruire del nuovo bonus.
Si tratterebbe in tal caso, dunque, di un incentivo per le famiglie al ricorrere al lavoro regolare, che si tradurrebbe anche in vantaggi, in termini fiscali, per lo Stato.
Il secondo è quello di offrire sempre maggiori possibilità di assunzioni di badanti per garantire una assistenza continua ad un proprio familiare, anziani, o invalido, o che necessità in ogni caso di compagnia e cura da parte di una terza persona. In tal caso, il nuovo bonus badanti si porrebbe come importante aiuto per tutte quelle famiglie che hanno bisogno di una badante come assistente familiare.
Rientrano tra il personale domestico anche figure come Baby Sitter, Cuochi, Autisti ecc...
Anche loro possono essere inquadrati a ore o in convivenza come previsto dal contratto nazionale del lavoro domestico.
Chiedi alle sedi dell'agenzia VitAssistance se necessiti di personale con queste mansioni oppure con mansioni specifiche che non riguardano le categorie elencate.
L'assistente familiare detta "BADANTE" ha il compito di assistere e accudire il tuo familiare anziano o disabile o non autosufficiente. Affidarsi alla prima persona che capita può essere molto pericoloso non solo riguardo alla professionalità ma anche dal punto di vista legale.
VitAssistance® offre la totale legalità dei contratti in quanto opera con Autorizzazione del Ministero Lavoro TI n° 39/0016556.
Il personale fornito da VitAssistance® srl e’ assunto direttamente da noi ed è inquadrato con contratto nazionale domestico come COLF BADANTE.
Le formule prevedono servizi di assistenza ad ore, servizi di assistenza notturni, oppure servizi di assistenza in convivenza per esempio con badanti conviventi (con vitto e alloggio).
Ecco solo alcuni delle mansioni che la badante svolge:
Assistenza e cura allo spirito ed al morale della persona:
Il provvedimento, che rappresenta un obiettivo del Pnrr, muove dal riconoscimento del diritto delle persone anziane alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio e dal principio di semplificazione e integrazione delle procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente. Grazie a tale semplificazione e all’istituzione dei “punti unici di accesso” (Pua) diffusi sul territorio, si potrà effettuare, in una sede unica, una valutazione multidimensionale finalizzata a definire un “progetto assistenziale individualizzato” (Pai).
08 MAR - Via libera dall’Aula del Senato con 92 voti favorevoli nessun contrario e 48 astensioni al disegno di legge che disciplina alcune deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane, nel testo approvato dalla commissione Affari sociali e Sanità di Palazzo Madama. Ora il testo passa alla Camera.
Nel ddl viene delineata in tale ambito una riforma articolata e complessiva, volta ad attuare alcune norme della legge di bilancio 2022 e, con specifico riferimento alla categoria degli anziani non autosufficienti, a realizzare uno degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che fissa al primo trimestre 2023 il traguardo per l’adozione della legge delega, e al primo trimestre 2024 il traguardo per l’approvazione dei decreti legislativi delegati.
Il provvedimento muove dal riconoscimento del diritto delle persone anziane alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio e dal principio di semplificazione e integrazione delle procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente. Grazie a tale semplificazione e all’istituzione dei “punti unici di accesso” (PUA) diffusi sul territorio, si potrà effettuare, in una sede unica, una valutazione multidimensionale finalizzata a definire un “progetto assistenziale individualizzato” (PAI) che indicherà tutte le prestazioni sanitarie, sociali e assistenziali necessarie per la persona anziana.
Ulteriori elementi di rilievo sono la definizione di una specifica governance nazionale delle politiche in favore della popolazione anziana, con il compito di coordinare gli interventi; la promozione di misure a favore dell’invecchiamento attivo e dell’inclusione sociale, anche sostenendo il cosiddetto “turismo lento”; la promozione di nuove forme di coabitazione solidale per le persone anziane e di coabitazione intergenerazionale, anche nell’ambito di case-famiglia e condomini solidali, aperti ai familiari, ai volontari e ai prestatori di servizi sanitari, sociali e sociosanitari integrativi; la promozione d’interventi per la prevenzione della fragilità delle persone anziane; l’integrazione degli istituti dell’assistenza domiciliare integrata (Adi) e del servizio di assistenza domiciliare (Sad); il riconoscimento del diritto delle persone anziane alla somministrazione di cure palliative domiciliari e presso hospice; la previsione d’interventi a favore dei caregiver familiari.
L’amministrazione competente è il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Viene demandata ai decreti legislativi delegati:
- la definizione di persona anziana;
- la definizione di popolazione anziana non autosufficiente;
-la definizione del sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente (Snaa).
Il disegno di legge è composto da 9 articoli.
L’articolo 1 reca tutta una serie di definizioni.
L’articolo 2 definisce oggetto, principi e criteri direttivi generali della delega ed istituisce il Comitato interministeriale per la popolazione anziana. Nell'esercizio delle deleghe, il Governo si dovrà attenere a diversi princìpi e criteri direttivi generali, tra questi: la promozione del valore umano, psicologico, sociale, culturale ed economico di ogni fase della vita delle persone; il riconoscimento del diritto delle persone anziane a determinarsi in maniera indipendente, libera, informata e consapevole con riferimento alle decisioni che riguardano la loro assistenza, nonché alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio entro i limiti e i termini definiti, ai sensi della presente legge, dalla programmazione integrata socio-assistenziale, anche con il contributo del servizio civile universale, e sociosanitaria statale e regionale, anche attraverso la rete delle farmacie territoriali in sinergia con gli erogatori dei servizi sociosanitari, nei limiti delle compatibilità finanziarie di cui alla presente legge; il riconoscimento degli specifici fabbisogni di assistenza delle persone anziane con pregresse condizioni di disabilità; e la riqualificazione dei servizi di semiresidenzialità, di residenzialità temporanea o di sollievo e promozione dei servizi di vita comunitaria e di coabitazione domiciliare (co-housing).
L’articolo 3 delega il Governo a adottare entro il 31 gennaio 2024 uno o più decreti legislativi per la definizione di misure intese alla promozione dell'invecchiamento attivo e della dignità, autonomia e inclusione sociale degli anziani e alla prevenzione della loro fragilità. Anche in questo caso, nell'esercizio della delega, il Governo dovrà attenersi a ben precisi princìpi e criteri direttivi generali, tra questi la promozione di interventi di sanità preventiva presso il domicilio delle persone anziane, anche attraverso la rete delle farmacie territoriali in sinergia con gli erogatori dei servizi sociosanitari, nei limiti delle compatibilità finanziarie previsti dalla presente legge. Inoltre, al fine di preservare l'indipendenza funzionale in età avanzata e mantenere una buona qualità di vita, individuazione, promozione e attuazione di percorsi e di iniziative per il mantenimento delle capacità fisiche, intellettive, lavorative e sociali, mediante l'attività sportiva e la relazione con gli animali di affezione.
La disciplina di delega di cui all'articolo 4 (il quale, così come l'articolo 5, è espressamente dedicato alla non autosufficienza) ha l’obiettivo di riordinare, semplificare, coordinare e rendere più efficaci le attività di assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria per le persone anziane non autosufficienti, anche attraverso l’individuazione di un unico centro di spesa e di responsabilità in ambito Leps, nonché di potenziare progressivamente le azioni e gli interventi finalizzati all’attuazione delle Missioni 5, componente 2, e della Missione 6, componente 1, del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
L’articolo 5 reca una delega al Governo, da esercitarsi entro il 31 gennaio 2024, in materia di politiche per la sostenibilità economica e la flessibilità dei servizi di cura e assistenza a lungo termine per le persone anziane e per le persone anziane non autosufficienti. Un primo ambito di delega concerne il progressivo potenziamento delle prestazioni assistenziali in favore delle persone anziane non autosufficienti: a tal fine è prevista, anche in via sperimentale e progressiva, per coloro che optino per essa, una prestazione universale, graduata secondo lo specifico bisogno assistenziale ed erogabile sotto forma di trasferimento monetario e di servizi alla persona. Gli aventi titolo all’indennità di accompagnamento hanno la facoltà di optare in maniera espressa per la nuova prestazione, che ingloba l’erogazione monetaria e i servizi alla persona. La disciplina dell’indennità di accompagnamento rimane invariata, sicché i presupposti sanitari per l’accesso alla stessa non mutano. Altri ambiti della delega sono costituiti da: la ricognizione e il riordino delle agevolazioni contributive e fiscali volte a sostenere la regolarizzazione del lavoro di cura prestato al domicilio della persona non autosufficiente; la definizione delle modalità di formazione del personale addetto al supporto e all’assistenza delle persone anziane; il miglioramento delle condizioni di vita individuali dei caregiver familiari.
L’articolo 6 definisce il procedimento per l’adozione dei decreti legislativi delegati: sui decreti deve essere acquisita la previa intesa in Conferenza unificata; successivamente sono trasmessi alle Camere per l'espressione dei pareri delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari, che si pronunciano nel termine di trenta giorni dalla data di trasmissione, decorso il quale i decreti legislativi possono essere comunque adottati. Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore di ciascuno dei decreti legislativi, il Governo può adottare disposizioni integrative e correttive dei medesimi decreti legislativi.
L’articolo 7 reca la clausola di invarianza finanziaria.
L’articolo 8 reca le disposizioni finanziarie, specificando le risorse per attuare le misure previste dalle discipline di delega in oggetto.
L’articolo 9 dispone sull’entrata in vigore del provvedimento, fissandola al giorno successivo a quello della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
FONTE: https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=111849
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