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Pfizer rinuncia: stop alla ricerca di farmaci contro l'Alzheimer

Gen 08 2018

Il colosso farmaceutico Pfizer getta la spugna decidendo di abbandonare la ricerca di farmaci contro l'Alzheimer. Dietro l'addio la valutazione di come gli investimenti messi in campo fino ad ora non siano stati sufficienti, così come per il Parkinson, a ottenere risultati degni di nota contro il morbo. Per questo la società farmaceutica americana ha deciso di deviare altrove, su altri campi di ricerca, le sue risorse.

Gli sforzi di trovare un farmaco contro una malattia che colpisce decine di milioni di persone nel mondo sono stati costosi ma futili, ha spiegato la società, che ha quindi deciso di fermarsi. Lo stesso destino toccherà anche alla ricerca contro il Parkinson. E così dopo Merck anche Pfizer ha annunciato di voler abbandonare.

Ma la decisione del colosso farmaceutico costerà nei prossimi mesi 300 posti di lavoro nei centri di Cambridge e Andover in Massachusetts e a Groton, in Connecticut. La casa farmaceutica ha comunque assicurato che continuerà ad investire nello sviluppo di medicine anti-dolore e contro le malattie neurologiche. Nell'ultimo decennio, i farmaci sperimentali contro l'Alzheimer hanno ripetutamente fallito nel rallentare la malattia che cancella la memoria. Alla fine dello scorso anno, un farmaco anticorpo infuso nei corpi dei pazienti, prodotto da Eli Lilly, non ha avuto un effetto significativo sulla malattia. In precedenza, nel 2012, anche un farmaco messo a punto dalla stessa Pfizer, in joint venture con Johnson & Johnson ed Elan Pharmaceuticals, simile al farmaco Lilly, aveva fallito il suo scopo. La speranza è ora appesa a due studi su una pillola simile studiata da Eli Lilly e da AstraZeneca, i cui risultati dovrebbero essere resi noti ad agosto.

Gli studi di un altro farmaco di Eisai e Biogen seguiranno l'anno successivo, mentre gli esiti della ricerca su un fmedicinale sperimentale di Johnson & Johnson e Shionogi sono previsti nel 2023. Si tratta in tutti i casi di farmaci che bloccano l'enzima di conversione beta-amiloide. La ricerca indica infatti che la malattia è strettamente associata a placche amiloidi e ammassi neurofibrillari riscontrati nel cervello, ma non è nota la causa prima di tale degenerazione. Attualmente i trattamenti terapeutici utilizzati offrono piccoli benefici sintomatici e possono parzialmente rallentare il decorso della patologia; anche se sono stati condotti centinaia di studi clinici per l'identificazione di un possibile trattamento per l'Alzheimer, non sono ancora stati identificati trattamenti che ne arrestino o invertano il decorso. E non prima del 2019 dovrebbe essere pronto anche lo studio di Biogen stavolta su un farmaco anticorpo.

FONTE: http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2018/01/08/news/pfizer_getta_la_spugna_risultati_scarsi_stop_lalla_ricerca_di_farmaci_contro_l_alzheimer-186056267/?refresh_ce

 

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