È uno dei settori che al lavoro nero «si presta con più facilità» — dice Giovanni Bucchioni, segretario generale Filcams Cgil Liguria — e che però scatena sempre di più cause e richieste di risarcimenti, «perché le badanti sono una categoria fragile, ma non sono sprovveduta, e ci chiamano per farsi mettere in regola e recuperare il dovuto». Dall'altra parte, dal punto di vista delle famiglie, è un mondo nebuloso, fatto di passaparola, e di fatica a trovare qualcuno che si occupi con competenza di chi ha bisogno.
A mettere qualche punto fermo, e recuperare le redini della nebulosa, prova ora la Regione con un emendamento alla legge di Stabilità, a firma del consigliere Pd Pippo Rossetti (espressione dunque della minoranza e dei progetti della vecchia giunta, ma approvato all'unanimità dal nuovo consiglio), che dà vita al Registro regionale degli assistenti familiari. «Un elenco, a cui potranno iscriversi persone qualificate, che avranno superato corsi di formazione o comunque l'esame di una commissione sulla base delle proprie esperienze, e a cui le famiglie potranno rifarsi in caso di bisogno», spiega Rossetti. Ottenendo — la novità che si spera faccia gola, spingendo i liguri ad agire in regola piuttosto che in nero — incentivi: «I comuni potranno ad esempio decidere di dare i contributi per l'assistenza domiciliare solo se la famiglia si avvale dell'albo, o pensare ad agevolazioni per le comunità alloggio che facciano lo stesso — continua — Allo stesso tempo, si spera che pubbliche amministrazioni, associazioni e parrocchie sensibilizzino le badanti affinché si iscrivano».
Tutto ciò, visto l'impegno della giunta a definire i criteri di formazione e di iscrizione al registro entro 60 giorni, «ci auguriamo parta entro qualche mese — conclude Rossetti — E, oltre a far emergere il nero, ha l'obiettivo di dare un servizio migliore a chi ha bisogno: è un lavoro delicato, bisogna far alzare gli anziani da letto, farli muovere. Con il registro si avrà la sicurezza di trovare professionisti preparati, e di poter segnalare eventuali brutte esperienze». La formazione avverrà con metodi anche innovativi — come quelli, raccontati qualche giorno fa da Repubblica, in definizione da un pool di esperti europei, guidati dall'associazione genovese Si4Life, che ha appena vinto un progetto da 1 milione di euro.
«Quella del registro era un'esigenza concreta, lo chiedevamo da tempo e ora speriamo di essere coinvolti nelle decisioni dei criteri — dice il portavoce del Forum Terzo settore Claudio Basso — E' un terno al lotto, oggi in Liguria, trovare da un giorno all'altro, nel momento dell'emergenza, persone competenti». Che ufficialmente non crescono: anzi, le lavoratrici domestiche (badanti e colf) iscritte all'Inps sono diminuite del 10% dal 2012 al 2014 — a quando risalgono gli ultimi dati disponibili elaborati dalla Cgil. Le badanti sono 14.300 in tutta la Liguria, 8 mila solo a Genova. Mentre il numero degli anziani, nella Regione più vecchia d'Europa, cresce, i dati ufficiali del settore dunque diminuiscono: «Segno del tanto lavoro sommerso — spiega Marco De Silva dell'ufficio economico Cgil Liguria — ma anche dell'ingente uso dei voucher al posto dei contratti». Cresce in compenso la percentuale delle badanti italiane: sono il 12,7% del totale.