Sono partite le sperimentazioni all’interno delle quattro comunità di pratica previste, con il coinvolgimento di 15 operatori diversi del mondo della sanità: in autunno i primi riscontri, con l’obiettivo di arrivare a un percorso definito di cura e di responsabilità per tutti i soggetti coinvolti. Il perimetro è quello Parkinson, oggetto del convegn oodierno organizzato dalla Città della Salute di Torino, dall’associazione Amici Parkinsoniani del Piemonte e dalla sezione torinese dell’Associazione Parkinsoniani, in occasione della Giornata Mondiale del Parkinson.
Sono quasi 23 mila, secondo il censimento delle associazioni dei pazienti, le persone colpite dalla malattia in Piemonte, a fronte di una stima di circa 250 mila persone a livello nazionale: numeri che rendono il Parkinson la seconda fra le patologie neurodegenerative per pazienti colpiti, dopo l’Alzheimer. «La nostra sanità necessita sempre più di una nuova sensibilità per affrontare i problemi e le esigenze della popolazione - è intervenuto l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta -. La presa in carico dei pazienti cronici è la grande sfida che stiamo affrontando: per cominciare a strutturare le risposte la Regione ha appena avviato il piano della cronicità: il nostro scopo è sviluppare un sistema di presa in carico del paziente da parte dei medici di famiglia e dei centri specializzati, con il coordinamento di tutti i professionisti e con il contributo del mondo associativo».
Proprio per migliorare il percorso diagnostico e la collaborazione con gli ambulatori, fin dall’inizio dello scorso anno la giunta regionale ha riconosciuto presso la Città della Salute il Centro regionale di riferimento per il Parkinson diretto dal professor Leonardo Lopiano, affiancato da una rete regionale che si occupa della presa in carico delle persone in tutte le fasi della malattia.
