Stretta sulle false cooperative di assistenza anziani e logistica
Italia Oggi

Stretta sulle false cooperative di assistenza anziani e logistica

Ago 23 2021

 

Stretta sulle false cooperative. Sono 700 i soggetti indagati dalla Guardia di finanza in violazione della normativa fiscale e previdenziale attraverso la somministrazione illecita di manodopera.

 

Le fiamme gialle hanno messo a punto una analisi di rischio, diffusa su tutto il territorio nazionale, fornendo i criteri di selezione e indagini per contrastare il fenomeno. Si tratta in particolare, secondo quanto ItaliaOggi è in grado di anticipare, di indagini innescate attraverso l'incrocio delle informazioni presenti nelle banche dati, fiscali e di polizia, in uso alla Guardia di finanza, tra cui i dati della fatturazione elettronica obbligatoria e le segnalazioni per operazioni sospette. Da questo lavoro di intelligence è stato possibile selezionare quasi 700 soggetti, in prevalenza cooperative, «connotate», si legge nella nota operativa, «da un elevato indice di rischio fiscale e di riciclaggio, operanti soprattutto nel settore della logistica e dei trasporti».

 

L'attività di verifica, ancora in corso, ha come obiettivo quello di intercettare e contrastare somministrazioni illecite di manodopera connesse ad appalti di servizi non genuini ed altri illeciti economico-finanziari collegati. La condotta in esame mira a trasferire surrettiziamente in capo a un soggetto diverso dall'effettivo datore di lavoro tutte le obbligazioni nascenti dal rapporto di lavoro subordinato, tra cui, in particolare, quelle relative al versamento dei contributi, oltre che delle ritenute fiscali sui redditi da lavoro dipendente. Il tutto è possibile attraverso uno schema che vede l'interposizione, tra il reale datore di lavoro (utilizzatore) e il lavoratore dipendente, di un terzo soggetto (somministratore), che assolve, spiegano le Fiamme gialle, «solo cartolarmente alle funzioni proprie del datore di lavoro e che non possiede i requisiti previsti per l'esercizio legittimo dell'attività delle agenzie di somministrazione».

 

La natura di questi illeciti non resta confinata nell'ambito delle violazioni del rapporto di lavoro subordinati ma spesso sono associati a meccanismi di elusione degli obblighi di natura previdenziale e assistenziale, che consentono alle imprese utilizzatrici/committenti di acquisire manodopera formalmente regolare a prezzi molto vantaggiosi (effetto dumping). Non solo, le violazioni sono poi collegate ad altri illeciti di natura fiscale con le false fatturazioni in quanto, spiegano dalla Gdf, «non di rado, le imprese di somministrazione presentano, esteriormente, i caratteri tipici delle società cartiere, quali l'assenza di struttura organizzativa, la devoluzione delle funzioni amministrative e di rappresentanza legale a soggetti prestanome e il mancato rispetto degli obblighi di dichiarazione e versamento delle imposte».

 

Schemi illeciti quasi ormai cristallizzati, e che nel corso di questa prima parte di anno hanno portato alla contestazione delle violazioni per circa 700 soggetti. Una delle ultime operazioni in questo ambito, chiuse dalla Guardia di finanza è quella del 7 giugno 2021, quando Nucleo di polizia economico-finanziaria di Milano ha eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso d'urgenza dalla procura della repubblica di Milano nei confronti di una multinazionale operante nel settore dei trasporti e della logistica per un controvalore di oltre 20 milioni di euro. In questo caso sotto i riflettori della Gdf è finita una multinazionale che, secondo i rilievi della Guardia di finanza, ha messo in atto una complessa frode fiscale caratterizzata dall'utilizzo di fatture soggettivamente inesistenti e dalla stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, effettuata in violazione della normativa di settore.

 

In particolare, la Gdf ha ricostruito la filiera della manodopera, ed ha rilevato che i rapporti di lavoro con la società committente venivano “schermati” da un consorzio (“società filtro”) che si avvaleva a sua volta di 23 società cooperative (società “serbatoio”), che si avvicendavano nel tempo trasferendo la manodopera dall'una all'altra, omettendo sistematicamente il versamento dell'Iva e, nella maggior parte dei casi, degli oneri di natura previdenziale. Altro filone di inchiesta è quello del nuovo caporalato che accanto ai fenomeni tradizionali dello sfruttamento delle persone in agricoltura si affiancano nuove forme di illegalità per l'utilizzo di lavoratori sulle piattaforme digitali. La Gdf in una delle molteplici operazioni chiuse tra il 2020 e il 2021 ha accertato lo sfruttamento di numerosi cittadini extracomunitari, per lo più donne, costretti a lavorare dalle 7 alle 12 ore al giorno, 7 giorni su 7, con una retribuzione oraria media che non superava i 4 euro l'ora.

 

FONTE: https://www.italiaoggi.it/news/stretta-sulle-false-cooperative-2530271

 

 

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