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Alzheimer: e se si potesse riconoscere dall'odore?

Gen 14 2016

L'Alzheimer lascia una traccia olfattiva riconoscibile nelle urine dei modelli animali della malattia ben prima che si sviluppi la patologia cerebrale, con tutto il suo corollario di sintomi. Lo hanno scoperto i ricercatori del Monell Center, all'interno del Dipartimento dell'Agricoltura del governo americano (USDA) che ora suggeriscono la possibilità di diagnosticare il morbo precocemente attraverso un semplice test delle urine.

 

"Precedenti ricerche dalla USDA e del Monell Center si erano concentrate sui cambiamenti di odore del corpo a causa di fonti esogene quali virus o vaccini. Ora abbiamo la prova che le firme olfattive dell'urina possono essere modificate da cambiamenti nelle caratteristiche del cervello causati dalla malattia di Alzheimer ", ha spiegato l'autore dello studio Bruce Kimball. "Questa scoperta può avere implicazioni per altre malattie neurologiche". L'identificazione di un biomarcatore precoce per il morbo di Alzheimer potrebbe consentire ai medici di diagnosticare la malattia debilitante prima dell'inizio del declino del cervello e del deterioramento mentale, aprendo la strada per trattamenti volti a rallentare la progressione della malattia. L'Alzheimer è la forma più comune di demenza e nel 2015, secondo i dati dell'ultimo rapporto mondiale sulla malattia, ha riguardato 46,8 milioni di persone, una cifra che si stima sia destinata quasi a raddoppiare ogni 20 anni, fino i 131,5 milioni nel 2050.

 

Anche se la progressione del morbo di Alzheimer attualmente non può essere arrestata o invertita, una diagnosi precoce può dare ai pazienti e alle famiglie il tempo per pianificare il futuro e cercare trattamenti per il sollievo dei sintomi. Nello studio, pubblicato sulla rivista on-line Scientific Reports, i ricercatori hanno studiato tre modelli di topo separati, noti come topi APP, che imitano patologia cerebrale collegata all'Alzheimer. Utilizzando analisi sia comportamentali sia chimiche, i ricercatori hanno scoperto che ogni ceppo di topi APP produce profili olfattivi urinari che possono essere distinti da quelli dei topi di controllo. I cambiamenti di odore non risultano dalla comparsa di nuovi composti chimici, ma riflettono una modificazione delle concentrazioni urinarie di composti esistenti. Le differenze di odore fra topi APP e topi di controllo erano per lo più indipendenti dall'età e precedevano la comparsa di quantità rilevabili di placche nel cervello dei topi APP. Questi risultati suggeriscono che la caratteristica firma olfattiva è legata alla presenza di un gene specifico piuttosto che all'effettivo sviluppo di alterazioni patologiche nel cervello.

 

Poiché il morbo di Alzheimer è una malattia esclusivamente umana, gli scienziati creano modelli di patologia cerebrale associata per studiare la malattia nei topi. Uno degli indicatori patologici caratteristici della malattia di Alzheimer è la formazione di depositi di placche amiloidi nel cervello. Gli scienziati imitano questa patologia in modelli murini con l'introduzione di geni umani associati a mutazioni del gene che codifica per la proteina ß-amiloide nel genoma del topo. Questi geni sono poi farmacologicamente attivati per produrre la proteina amiloide-ß in eccesso, con il conseguente accumulo di placche nel cervello dei topi APP. Insmma quello che vale per questi modelli animali non è detto che sia valido al 100% anche sull'uomo. Perciò i ricercatori avvertono che saranno necessari che studi approfonditi per identificare e caratterizzare le firme olfattive correlate all'Alzheimer negli esseri umani.

 

FONTE: http://www.panorama.it/scienza/salute/alzheimer-e-se-si-potesse-riconosce-dallodore/

 

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