Più controlli su colf e badanti. Lo prevede la bozza della legge di Bilancio che, a questo scopo, introduce nuove misure di contrasto all’evasione contributiva e fiscale nel settore dei lavori domestici. L’apposita norma stabilisce che Agenzia delle entrate e Inps realizzino “la piena interoperabilità delle banche dati” ed effettuino “attività di analisi del rischio e controlli sui dati retributivi e contributivi, anche comunicati in fase di assunzione”, e mettano in atto “interventi volti alla corretta ricostruzione della posizione reddituale e contributiva dei lavoratori domestici”.

 

Per favorire l’adempimento spontaneo, inoltre, l’Agenzia delle entrate “mette a disposizione del contribuente” i dati e le informazioni acquisiti e li utilizza anche “per la predisposizione della dichiarazione precompilata” e per segnalare allo stesso contribuente “eventuali anomalie”.

 

“È un grave errore pensare che si possa combattere il lavoro nero nel settore domestico recuperando l’evasione di colf e badanti note all’Inps ma sconosciute al fisco, attività certamente dovuta ma che si poteva fare da più di vent’anni.

 

Al contrario, il rischio è che si possa favorire la crescita del sommerso”, commenta il presidente di Assindatcolf, Andrea Zini.

 

FONTE: https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/10/24/manovra-collegamenti-piu-stretti-tra-inps-e-agenzia-delle-entrate-per-i-controlli-sui-contributi-di-colf-e-badanti/7332698/

 

 

 

Detrazione contributi colf e badante e deduzione nel modello 730/2023: facciamo il punto sugli importi, i requisiti e sulle istruzioni da seguire.

 

Spettano detrazione o deduzione per i contributi versati per colf e badanti?

 

C’è da sottolineare che le agevolazioni fiscali spettano solo entro determinati limiti e nel rispetto di specifici requisiti.

 

Anche quest’anno non cambiano le regole generali relative alla compilazione del modello 730/2023:

la detrazione dei contributi spetta solo per gli addetti all’assistenza personale di persone non autosufficienti, mentre la deduzione ha portata più ampia.

 

Bisogna in ogni caso considerare limiti e requisiti per determinare quando spettano la detrazione e la deduzione dei contributi Inps corrisposti per colf, badanti e genericamente lavoratori domestici.

 

Facciamo quindi il punto sulle regole per compilare il modello 730/2023, la cui scadenza è fissata al 2 ottobre. Dall’11 maggio è possibile apportare modifiche alla dichiarazione precompilata sul sito dell’Agenzia delle Entrate e procedere all’invio della stessa.

 

Detrazione contributi badante nel modello 730/2023: istruzioni e requisiti

 

Partiamo dalla detrazione dei contributi corrisposti in favore di badanti o altro personale addetto all’assistenza personale.

 

La spesa a carico del datore di lavoro domestico potrà essere indicata tra gli oneri detraibili nel modello 730/2023 nel rispetto dei seguenti requisiti:

 

- collaboratore assunto per l’assistenza personale di persone non autosufficienti negli atti della vita quotidiana;

- nel caso di reddito complessivo non superiore a 40.000 euro.

 

Il primo riguarda il motivo dell’assunzione dell’addetto all’assistenza. La detrazione dei contributi Inps spetta solo se questa è necessaria per aiutare soggetti che necessitano di assistenza continuativa o che non sono in grado di svolgere autonomamente una delle seguenti attività:

 

- assunzione di alimenti;

- espletamento delle funzioni fisiologiche e dell’igiene personale;

- deambulazione;

- indossare gli indumenti.

 

Non si tratta ovviamente di informazioni da indicare nel modello 730/2023, ma che saranno considerate dall’Agenzia delle Entrate nell’eventualità di controlli.

 

Quindi, il contribuente che indica la quota dei contributi INPS detraibili dovrà aver cura di conservare i documenti che provano la non autosufficienza (certificato medico).

 

La detrazione dei contributi INPS della badante spetta anche in relazione a spese che siano state sostenute per i familiari non autosufficienti, anche non fiscalmente a carico. Non spetta invece per i contributi corrisposti in favore di colf, con inquadramento contrattuale diverso dagli addetti all’assistenza personale.

 

Il rimborso Irpef spettante è pari al 19% della spesa, entro il limite massimo di 2.100 euro.

 

Deduzione dei contributi di colf e badanti fino a 1.549,37 euro nel modello 730/2023

 

Alla detrazione si affianca la deduzione, agevolazione che permette di sottrarre la spesa dal reddito lordo, prima del calcolo delle tasse.

I contributi Inps di colf e badanti sono deducibili dal reddito fino a un massimo di 1.549,37 euro.

 

L’importo che può essere portato in deduzione fiscale nel modello 730/2023 comprende esclusivamente la quota a carico del datore di lavoro.

 

Sono deducibili le somme effettivamente versate applicando il principio di cassa, senza tener conto della competenza dei trimestri.

 

Sono deducibili anche i contributi previdenziali sostenuti per una badante assunta tramite un’agenzia interinale e rimborsati all’agenzia medesima se quest’ultima rilascia una certificazione attestante:

 

- gli importi pagati;

- gli estremi anagrafici;

- il codice fiscale del soggetto che effettua il pagamento (utilizzatore) e del lavoratore.

 

Ai fini della deduzione dal modello 730/2023, non è quindi necessario che il collaboratore domestico sia assunto per specifiche finalità, come previsto ai fini della detrazione Irpef del 19%.

 

L’importo deducibile dovrà essere indicato nel Rigo E23 (contributi per gli addetti ai servizi domestici e familiari) del modello 730/2023 o modello Redditi Pf, nei limiti sopra indicati.

 

Il datore di lavoro domestico dovrà aver cura di conservare i seguenti documenti:

 

- ricevute di pagamento intestate all’Inps complete della parte informativa sul rapporto di lavoro domestico (ore trimestrali, retribuzione oraria effettiva, ecc.), effettuato dal contribuente tramite c/c postale e/o MAV (pagamento mediante avviso) nel 2022;

 

- per le agenzie interinali, la fattura deve contenere: il codice fiscale del soggetto che effettua il pagamento, i dati identificativi dell’agenzia, la specificazione della natura del servizio reso e l’indicazione della quota di contributi a carico del datore di lavoro.

 

FONTE: https://www.money.it/detrazione-contributi-colf-badante-modello-730-2023

 

 

Per colf, badanti e braccianti è iniziata la campagna di regolarizzazione. La sanatoria potrà essere presentata all’Inps solo per i cittadini italiani o comunitari.

A stabilirlo è il decreto Rilancio precisando che per i cittadini extracomunitari il percorso è diverso e le domande dovranno essere presentate direttamente all’Ufficio Immigrazione presso le Questure. L’Inps si occuperà solo dei residenti in Italia e dei paesi Ue.

 

Modalità di regolarizzazione

A precisarlo è l’Inps in una recente circolare, la numero 68 del 31 maggio 2020, che fornisce le istruzioni per presentare domanda di condono delle posizioni lavorative da regolarizzare facendo emergere il lavoro in nero. La domanda – spiega la circolare – dovrà essere presentata esclusivamente in maniera telematica entro il 15 luglio 2020. Le modalità di regolarizzazione riguardano i soli datori di lavoro italiani ovvero cittadini italiani o di Stati membri della Ue in possesso di permesso di soggiorno e che devono regolarizzare un rapporto di lavoro dipendente irregolare che sia stato instaurato prima del 19 maggio, data di entrata in vigore del decreto Rilancio, e risultino ancora in essere alla data di presentazione della domanda di emersione.

 

I datori di lavoro interessati

Possono essere presentate domande di regolarizzazione per le attività specificate dal decreto e cioè per il settore dell’agricoltura, allevamento e zootecnia, pesca e acquacoltura e attività connesse;  assistenza alla persona per se stessi o per componenti della propria famiglia, ancorché non conviventi, affetti da patologie o disabilità che ne limitino l’autosufficienza;  lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare. In relazione alle attività di assistenza alla persona o di sostegno al bisogno familiare, si precisa che sono equiparati ai datori di lavoro domestico persona fisica anche alcune particolari persone giuridiche, ovvero le convivenze di comunità religiose (conventi, seminari) e le convivenze militari (caserme, comandi, stazioni), che hanno lavoratori addetti al servizio diretto e personale dei conviventi, nonché le comunità senza fini di lucro (orfanotrofi e i ricoveri per anziani il cui fine è prevalentemente assistenziale), qualunque sia il numero dei componenti.

 

Requisiti di reddito

Il decreto Rilancio ha stabilito che l’ammissione alla procedura di emersione è condizionata all’attestazione del possesso, da parte del datore di lavoro, ente o società, di un reddito imponibile o di un fatturato risultante dall’ultima dichiarazione dei redditi o dal bilancio di esercizio precedente non inferiore a 30.000 euro annui. Per quanto concerne i datori di lavoro domestico o badanti, il reddito imponibile del datore di lavoro non può essere inferiore:  a 20.000 euro annui, in caso di nucleo familiare composto da un solo soggetto percettore di reddito; a 27.000 euro annui, in caso di nucleo familiare inteso come famiglia anagrafica composta da più soggetti conviventi.

 

Costi e adempimenti

Con la dichiarazione di emersione il datore di lavoro si impegna a versare un contributo di 500 euro per ciascun lavoratore. Oltre a ciò bisognerà versare una somma forfettaria che verrà fissata per decreto per le somme spettanti a titolo retributivo, contributivo e fiscale, insieme a una marca da bollo da 16 euro. La domanda per la sanatoria dovrà contenere una dichiarazione, pena annullabilità, dei requisiti di cui sopra e la dichiarazione di aver versato le somme indicate. Con l’accettazione della regolarizzazione da parte dell’Inps – si legge nella circolare – vengono sospesi anche i procedimenti amministrativi e penali pendenti o futuri a carico dei datori di lavoro “per l’impiego di lavoratori per i quali è stata presentata la dichiarazione di emersione, anche se di carattere finanziario, fiscale, previdenziale o assistenziale”.

 

FONTE: https://www.investireoggi.it/fisco/regolarizzazione-colf-badanti-e-braccianti-come-funziona-la-sanatoria-inps/

 

 

Circa 300 persone, per lo più provenienti dall'Est europa. E' la dimensione dello sfruttamento di manodopera del quale è accusata una imprenditrice di 46 anni di San Lazzaro. La donna è stata arrestata dalla Guardia di Finanza di Bologna ed è ora agli arresti domiciliari: dovrà rispondere di sfruttamento e intermediazione illecita.

 

Sotto sigillo sono finite diverse società e cooperative, le sedi tra Bologna e Casalecchio, che si occupavano di trattare il servizio badanti diurno e notturno in tutta la provincia. Sotto la lente degli invstigatori sono finiti gli ultimi tre anni dell'attività dell'imprenditrice arrestata, le cui attività spaziavano in tutta la provincia.

 

In base a quello che hanno scoperto i finanzieri nella operazione denominata 'Blue Angels', coordinata dalla sostituta procuratrice Rossella Poggioli, la 46enne avrebbe approfittato della condizione di vulnerabilità economica delle sue collaboratrici -spesso da poco in Italia- per farle lavorare sottocosto, applicando da una parte tariffe concorrenziali (ma comunque alte) e dall'altra pagando le badanti in questione con contratti a progetto, sebbene poi le lavoratrici in questione erano a tutti gli effetti sotto regime subordinato.

 

Solo a titolo di esempio, a una badante che doveva garantire il servizio h24, potevano essere corrisposti anche solo mille euro, ovviamente senza riposi né ferie. La tariffa offerta ai clienti invece, sempre a titolo di esempio, poteva arrivare anche a duemila. Per capire la dimensione del fenomeno, nel solo 2020 le società finite sotto sequestro avrebbero avviato posizioni nell'ordine di un centinaio di prestazioni, mentre l'anno passato erano state 169.

 

Nella ordinanza che dispone la misura cautelare, il Gip Domenico Truppa ha argomentato parlando di “compensi irrisori (a fronte di alte tariffe orarie che venivano richieste per assistere gli anziani bisognosi di cure) senza la possibilità di fruire ferie, e più in generale in totale spregio di qualsiasi norma che disciplina i rapporti di lavoro e la sicurezza sui luoghi di lavoro”.

 

Badanti sfruttate e tariffe concorrenziali: sotto la lente tre società

 

Tutto è iniziato con alcune incongruenze contributive rilevate dall'Inps. Secondo quanto ricostruito dalla Finanza, le badanti venivano reclutate con l’ausilio di un dipendente (anch’egli indagato ma a piede libero), attraverso annunci su internet oppure manifesti pubblicitari affissi nei pressi delle fermate da cui partono gli autobus per l’Est Europa o annunci sui giornali.

 

Inoltre, con precisi intenti speculativi e tendenti a massimizzare i propri illeciti profitti, l’indagata -si legge nel report della Finanza- "ometteva di versare, in numerose circostanze, i contributi spettanti ai dipendenti, rendendosi anche responsabile di gravi violazioni alla normativa fiscale e previdenziale, oltre a riuscire a conquistare ampie quote di mercato dal momento che, grazie ai risparmi illeciti ottenuti a danno dei lavoratori e dell’erario, riusciva ad offrire i propri servizi a prezzi molto più bassi della concorrenza. In aggiunta, i conti correnti delle società cooperative –che formalmente avrebbero dovuto perseguire scopi mutualistici a beneficio di tutti i lavoratori – sono stati prosciugati dall’imprenditrice anche per acquistare numerosi beni di lusso (gioielli, borse e viaggi)".

 

FONTE: https://www.bolognatoday.it/cronaca/sfruttamento-badanti-anziani-arresto-finanza.html

 

 

 

 

Badanti sfruttate e prezzi sottocosto, imprenditrice in manette

 
 



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L‘INPS ha effettuato tutta una serie di controlli ed ha anche inviato tutta una serie di avvisi ai contribuenti. Ma di cosa si tratta? L’INPS avrebbe avviato tutta una nuova serie di accertamenti che saranno effettuate nelle prossime settimane e nel contempo ha anche inviato tutta una serie di lettere per gli accertamenti già effettuati. Ma chi sarà oggetto di questi accertamenti e quali sono i motivi. Ad essere nel mirino del nuovo controllo dell’INPS sono tutti coloro che non hanno pagato i contributi per baby sitter, colf e badanti.

Sono queste le ultime notizie che arrivano e che confermano l’intenzione da parte dell’INPS di inviare avvisi dapprima bonari ai datori di lavoro domestico.

Effettivamente in cosa consistono questi nuovi controlli dell’INPS?

 

Controlli Inps in arrivo, ma per chi?

Come abbiamo visto, a finire nel mirino dei controlli da parte dell’INPS sono i datori di lavoro domestico e si tratta di controlli che hanno soltanto l’obiettivo di monitorare i correnti versamenti contributivi a favore di baby sitter, colf e badanti. Il versamento di questi contributi permette di poter regolarizzare il rapporto di lavoro e così come avviene per qualsiasi tipo di lavoratore, permette a quest’ultimi di poter raggiungere la possibilità di calcolo della pensione, ma anche tutta un’altra serie di benefici tra i quali il diritto alla disoccupazione, il congedo di maternità e l’assicurazione contro gli infortuni. Il calcolo dei contributi va effettuato con una cadenza trimestrale quanto il datore di lavoro deve effettivamente versare dipende dal tipo di contratto che si stipula e dalle ore di lavoro. Ovviamente sarà diverso il calcolo dei contributi nel caso in cui si tratti di una colf o badante, in quanto se le ore di lavoro superano le 24 ore a settimana, il contributo sarà fisso.

Nel mirino comunque finiranno i controlli riguardanti gli anni a partire dal 2014 in poi e tutti quei casi in cui allo stesso INPS, dovesse risultare il mancato versamento di almeno un trimestre dei contributi dovuti per i lavoratori domestici. Al fine di difendersi da sanzioni, una volta che si riceve l’avviso bonario si consiglia ai datori di lavoro di versare i contributi a baby-sitter colf e badanti entro 30 giorni dalla data di recapito dell’avviso che precede l’emissione della cartella esattoriale.  Nel caso in cui invece il datore di lavoro domestico, volesse la pretesa del parte dell’INPS, dovrà semplicemente rispondere all’avviso nelle modalità che sono descritte proprio all’interno della comunicazione e lo potrà fare entro 30 giorni.

 

In arrivo controlli anche dell’Agenzia delle Entrate

Non si tratta soltanto di controlli da parte dell’INPS,  anche da parte dell’Agenzia delle Entrate ed alcuni di questi sono stati già effettuati In alcune zone d’Italia.

Si richiama l’attenzione delle sedi sulla necessità di effettuare i controlli propedeutici al corretto aggiornamento delle posizioni, prima di procedere alla conferma del credito delle inadempienze in parola.

 

A titolo esemplificativo vengono di seguito indicate le tipologie di attività da realizzare:

• Sistemazione dei bollettini anomali e/o “fuori lista”;

• Verifica se esistono domande di Sospensione contributiva per i Trimestri compresi nella regolarizzazione; in tal caso i Trimestri non sono dovuti e vanno eliminati dalla regolarizzazione;

• Verifica presenza di una istanza di regolarizzazione relativamente allo stesso periodo dell’avviso di accertamento non ancora inserita in procedura: questa andrà inserita dalla Sede ed avrà la precedenza rispetto all’inadempienza come “Silente”.

• Verifica presenza in procedura di una Regolarizzazione per lo stesso Rapporto di Lavoro con periodi in tutto od in parte sovrapposti a quella come Silente. In tal caso, la regolarizzazione preesistente, che è stata inserita dalla Sede a seguito di precedente istruttoria, ha la precedenza, anche se fosse ancora nello stato “Acquisita”. Ne consegue che la Sede dovrà cancellare l’Inadempienza come Silente quando i periodi sono tutti sovrapposti oppure eliminare da quella Silente i periodi sovrapposti, lasciando solo quelli dovuti e non presenti in altre regolarizzazioni.

• Ricerca nell’applicazione “Incasso Contributi DE.U.” di un eventuale F24 pagato dallo stesso datore di lavoro per una inadempienza Lavoratori Domestici non contabilizzata, riferita allo stesso rapporto di lavoro e agli stessi trimestri oggetto dell’avviso di accertamento predisposto per la spedizione.

 

Per gli avvisi di accertamento relativi a rapporti di lavoro iscritti a seguito di domande di emersione (L. 102/2009 e D.Lgs. 109/2012) si ricorda che i datori di lavoro erano esentati dal pagamento delle sanzioni soltanto fino alla stipula del contratto di soggiorno; ne consegue che i trimestri risultati ad oggi scoperti da contribuzione sono assoggettati, secondo quanto disposto dall’art. 116, commi 8 e ss., della legge n. 388/2000.

Si ricorda che è possibile, con le consuete modalità, visualizzare e modificare i dati delle inadempienze nello stato di acquisita, anche rimuovendo alcuni trimestri.

 

FONTE: https://www.controcopertina.com/2018/inps-e-agenzia-entrate-accertamenti-ora-e-spedite-tante-lettere-tutti-i-dettagli-5119

L’evasione fiscale e contributiva in Italia si aggira in media sui 110 miliardi di euro l'anno. Così il presidente della Commissione per la redazione della “Relazione annuale sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva”, Enrico Giovannini, in audizione alla Commissione Bicamerale, illustrando i dati del triennio 2012-2014. Nel 2014 il tax gap, la differenza tra le imposte che si dovrebbero pagare e quelle effettivamente pagate si è allargato a 111,6 miliardi di euro da 108 miliardi del 2012.

 

Dalle badanti alla bottega sotto casa, dalle costruzioni ai servizi per le imprese: il tax gap, la differenza tra le imposte che si dovrebbero pagare e quelle effettivamente pagate, è tra il 20 e il 30%. Lo ha detto il presidente della Commissione per la redazione della “Relazione annuale sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva”, Enrico Giovannini, alla Commissione Bicamerale.

 

Nel dettaglio, il sommerso è al 30% nei servizi alle famiglie, 26% nel commercio, pubblici esercizi, 24% costruzioni, 20% nei servizi alle imprese.

 

FONTE: http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2017-03-29/evasione-record-le-badanti-30percento-115142.shtml?uuid=AE0fwYv&refresh_ce=1

 

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