Tanti vantaggi

I Vantaggi - Assistenza domiciliare anziani, malati e disabili

 

Il nuovo decreto lavoro, in fase di elaborazione dal Governo, prevede importanti novità per diverse categorie professionali, tra cui colf e badanti, che svolgono un ruolo fondamentale nel nostro Paese ma che spesso operano in situazioni di irregolarità.

 

Si tratta del bonus badanti 2023, pensato per contrastare il lavoro non dichiarato, per questo l'esecutivo sta valutando l'incremento della percentuale di costi previdenziali e assistenziali che i datori di lavoro possono dedurre dal reddito complessivo ai fini dell'Irpef.

 

Fino ad ora, il limite massimo di deducibilità è stato fissato a 1.500 euro, ma secondo la bozza del decreto in questione, questa cifra sarà aumentata.

 

L'obiettivo è favorire una maggiore regolarizzazione delle figure di colf e badanti, garantendo al contempo la corretta tutela dei diritti lavorativi e previdenziali. Si auspica che l'aumento della deducibilità contribuisca a ridurre il fenomeno del lavoro in nero e a promuovere una maggiore legalità nel settore.

 

Bonus badanti 2023 e colf: come funziona e quali vantaggi offre

 

Il Governo, erogando il bonus badanti 2023, ottiene un duplice obiettivo. Da un lato, partecipa alla lotta contro il lavoro non regolare, dall'altro, sostiene le famiglie che necessitano di un assistente domestico all'interno del nucleo familiare.

 

Nonostante i particolari di questa iniziativa non siano ancora ben noti, il Bonus per l'impiego domestico è caratterizzato da un contributo mensile erogato dall'INPS. Il bonus colf supporta le famiglie che assumono l’assistente domestico a coprire una parte dei costi sostenuti.

 

L’ISEE del nucleo familiare del richiedente è determinante per stabilire l'importo del contributo: la quota diminuisce al crescere dell'indicatore. Il bonus badanti 2023 consente di ottenere un rimborso che varia dai 2,8 ai 4,8 euro su 40 ore settimanali complessive a fronte di un valore mensile incluso tra i 12 e i 20 euro.

 

Bonus badanti 2023 e detrazione fiscale: cosa serve sapere

 

Per quanto riguarda il bonus colf e badanti 2023, le ultime notizie parlano chiaro: non è ancora accessibile. Tuttavia, chi assume un lavoratore domestico ha la possibilità di usufruire di una detrazione fiscale sulle spese sostenute.

 

Questa detrazione concerne diverse spese deducibili che permettono di ridurre la base imponibile, diminuendo, di conseguenza, l'importo dell'imposta IRPEF da pagare.

 

Nella dichiarazione dei redditi del 2023, tramite il modello 730 o il modello Redditi Persone Fisiche, c’è l’opportunità di limitare i contributi versati per i collaboratori domestici nell'anno 2022. L’ammontare deducibile equivale al 19% dei costi sostenuti, con un valore massimo deducibile di 2.100 euro all'anno. Ciò significa che l'importo massimo che si può ottenere in detrazione è di 399 euro.

 

Nonostante ciò, questa detrazione fiscale è rivolta solo ai contribuenti con un reddito complessivo annuo inferiore a 40.000 euro. Inoltre, per quanto riguarda le spese deducibili, si applica il principio di cassa, il che significa che si considerano tutte le spese sostenute nell'anno solare.

 

Qual è la situazione dei lavoratori domestici nel 2023?

 

Nella società odierna, domestici impiegati nel settore domestico, di cui:

 

- il 90% sono donne;

- il 70% sono stranieri, inclusi coloro che non possiedono un permesso di soggiorno.

 

Tra di essi, circa 780.000 svolgono il loro lavoro in maniera irregolare, rendendo questo settore il più colpito dalla presenza di contratti non registrati.

 

La Commissione Nazionale per l'aggiornamento retributivo ha definito per legge un incremento del 9,2% dello stipendio da gennaio 2023 per far fronte all'aumento del costo della vita. Questo nuovo aspetto ha complicato ulteriormente la regolarizzazione di colf e badanti.

 

Piano Nazionale per la lotta al Lavoro sommerso nel 2023

 

Il bonus badanti è incluso nel Piano Nazionale con l’obiettivo di limitare il lavoro irregolare nel periodo 2023-2025: questo incentivo è stato ufficializzato nel mese di dicembre 2022 come parte integrante di un piano d'azione più ampio.

 

Tra le misure adottate per il settore dei lavoratori domestici troviamo:

 

- misure per semplificare le procedure che le famiglie devono seguire per adempiere agli obblighi di datore di lavoro;

 

- misure, anche di natura economica, per incentivare le famiglie ad assumere lavoratori in modo regolare, tra cui il Bonus per l'impiego domestico.

 

L’intento da perseguire entro il 2025 è il calo del 2% del lavoro nero.

 

Bonus badante 2023 e colf: requisiti per ottenerlo

 

Il Bonus badanti e colf 2023 è destinato a tutti coloro che assumono lavoratori domestici in modo regolare. Di conseguenza, coloro che possono beneficiare del bonus sono tutte quelle famiglie che ingaggiano: colf, badanti, babysitter o altre figure domestiche.

 

Le ragioni che spingono le persone a chiedere l’aiuto di un collaboratore domestico possono essere differenti. Le motivazioni principali variano dalla cura e assistenza dei bambini e degli anziani, soprattutto quelli non autosufficienti, alle pulizie domestiche.

 

I lavoratori domestici svolgono numerose mansioni e trascorrano molto del loro tempo a prestare assistenza ai bisognosi, per questa ragione il bonus mira a regolamentare questo tipo di lavoro e a garantire una retribuzione equa.

 

L’ISEE determina l’assegnazione del bonus colf badanti 2023, in questo modo, si agevolano le famiglie più bisognose che attualmente non ottengono altre indennità. Inoltre, questa misura non viene concessa a coloro che in passato hanno subito sanzioni legate a irregolarità contributive.

 

La procedura di richiesta del bonus badanti e colf 2023

 

Sono molte le famiglie che si domandano, riguardo al bonus badanti 2023, come richiederlo? Al momento non è possibile fare domanda per il bonus badante 2023 poiché il governo non ha ancora disegnato i modi di erogazione.

 

Ad ogni modo, è prevista la creazione di una sezione apposita all'interno del sito dell'INPS, con l'obiettivo di velocizzare e snellire la gestione dei rapporti di lavoro domestico.

 

Si sta progettando anche la creazione di un'applicazione per smartphone, dove le famiglie beneficiarie hanno l’opportunità di trovare tutte le risposte alle loro domande riguardo a questo tipo di contratto lavorativo.

 

FONTE: https://www.idealista.it/news/immobiliare/blog-di-idealista/2023/06/22/174171-bonus-colf-e-badanti-2023-ultime-notizie-e-come-richiederlo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Più controlli su colf e badanti. Lo prevede la bozza della legge di Bilancio che, a questo scopo, introduce nuove misure di contrasto all’evasione contributiva e fiscale nel settore dei lavori domestici. L’apposita norma stabilisce che Agenzia delle entrate e Inps realizzino “la piena interoperabilità delle banche dati” ed effettuino “attività di analisi del rischio e controlli sui dati retributivi e contributivi, anche comunicati in fase di assunzione”, e mettano in atto “interventi volti alla corretta ricostruzione della posizione reddituale e contributiva dei lavoratori domestici”.

 

Per favorire l’adempimento spontaneo, inoltre, l’Agenzia delle entrate “mette a disposizione del contribuente” i dati e le informazioni acquisiti e li utilizza anche “per la predisposizione della dichiarazione precompilata” e per segnalare allo stesso contribuente “eventuali anomalie”.

 

“È un grave errore pensare che si possa combattere il lavoro nero nel settore domestico recuperando l’evasione di colf e badanti note all’Inps ma sconosciute al fisco, attività certamente dovuta ma che si poteva fare da più di vent’anni.

 

Al contrario, il rischio è che si possa favorire la crescita del sommerso”, commenta il presidente di Assindatcolf, Andrea Zini.

 

FONTE: https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/10/24/manovra-collegamenti-piu-stretti-tra-inps-e-agenzia-delle-entrate-per-i-controlli-sui-contributi-di-colf-e-badanti/7332698/

 

 

 

Detrazione contributi colf e badante e deduzione nel modello 730/2023: facciamo il punto sugli importi, i requisiti e sulle istruzioni da seguire.

 

Spettano detrazione o deduzione per i contributi versati per colf e badanti?

 

C’è da sottolineare che le agevolazioni fiscali spettano solo entro determinati limiti e nel rispetto di specifici requisiti.

 

Anche quest’anno non cambiano le regole generali relative alla compilazione del modello 730/2023:

la detrazione dei contributi spetta solo per gli addetti all’assistenza personale di persone non autosufficienti, mentre la deduzione ha portata più ampia.

 

Bisogna in ogni caso considerare limiti e requisiti per determinare quando spettano la detrazione e la deduzione dei contributi Inps corrisposti per colf, badanti e genericamente lavoratori domestici.

 

Facciamo quindi il punto sulle regole per compilare il modello 730/2023, la cui scadenza è fissata al 2 ottobre. Dall’11 maggio è possibile apportare modifiche alla dichiarazione precompilata sul sito dell’Agenzia delle Entrate e procedere all’invio della stessa.

 

Detrazione contributi badante nel modello 730/2023: istruzioni e requisiti

 

Partiamo dalla detrazione dei contributi corrisposti in favore di badanti o altro personale addetto all’assistenza personale.

 

La spesa a carico del datore di lavoro domestico potrà essere indicata tra gli oneri detraibili nel modello 730/2023 nel rispetto dei seguenti requisiti:

 

- collaboratore assunto per l’assistenza personale di persone non autosufficienti negli atti della vita quotidiana;

- nel caso di reddito complessivo non superiore a 40.000 euro.

 

Il primo riguarda il motivo dell’assunzione dell’addetto all’assistenza. La detrazione dei contributi Inps spetta solo se questa è necessaria per aiutare soggetti che necessitano di assistenza continuativa o che non sono in grado di svolgere autonomamente una delle seguenti attività:

 

- assunzione di alimenti;

- espletamento delle funzioni fisiologiche e dell’igiene personale;

- deambulazione;

- indossare gli indumenti.

 

Non si tratta ovviamente di informazioni da indicare nel modello 730/2023, ma che saranno considerate dall’Agenzia delle Entrate nell’eventualità di controlli.

 

Quindi, il contribuente che indica la quota dei contributi INPS detraibili dovrà aver cura di conservare i documenti che provano la non autosufficienza (certificato medico).

 

La detrazione dei contributi INPS della badante spetta anche in relazione a spese che siano state sostenute per i familiari non autosufficienti, anche non fiscalmente a carico. Non spetta invece per i contributi corrisposti in favore di colf, con inquadramento contrattuale diverso dagli addetti all’assistenza personale.

 

Il rimborso Irpef spettante è pari al 19% della spesa, entro il limite massimo di 2.100 euro.

 

Deduzione dei contributi di colf e badanti fino a 1.549,37 euro nel modello 730/2023

 

Alla detrazione si affianca la deduzione, agevolazione che permette di sottrarre la spesa dal reddito lordo, prima del calcolo delle tasse.

I contributi Inps di colf e badanti sono deducibili dal reddito fino a un massimo di 1.549,37 euro.

 

L’importo che può essere portato in deduzione fiscale nel modello 730/2023 comprende esclusivamente la quota a carico del datore di lavoro.

 

Sono deducibili le somme effettivamente versate applicando il principio di cassa, senza tener conto della competenza dei trimestri.

 

Sono deducibili anche i contributi previdenziali sostenuti per una badante assunta tramite un’agenzia interinale e rimborsati all’agenzia medesima se quest’ultima rilascia una certificazione attestante:

 

- gli importi pagati;

- gli estremi anagrafici;

- il codice fiscale del soggetto che effettua il pagamento (utilizzatore) e del lavoratore.

 

Ai fini della deduzione dal modello 730/2023, non è quindi necessario che il collaboratore domestico sia assunto per specifiche finalità, come previsto ai fini della detrazione Irpef del 19%.

 

L’importo deducibile dovrà essere indicato nel Rigo E23 (contributi per gli addetti ai servizi domestici e familiari) del modello 730/2023 o modello Redditi Pf, nei limiti sopra indicati.

 

Il datore di lavoro domestico dovrà aver cura di conservare i seguenti documenti:

 

- ricevute di pagamento intestate all’Inps complete della parte informativa sul rapporto di lavoro domestico (ore trimestrali, retribuzione oraria effettiva, ecc.), effettuato dal contribuente tramite c/c postale e/o MAV (pagamento mediante avviso) nel 2022;

 

- per le agenzie interinali, la fattura deve contenere: il codice fiscale del soggetto che effettua il pagamento, i dati identificativi dell’agenzia, la specificazione della natura del servizio reso e l’indicazione della quota di contributi a carico del datore di lavoro.

 

FONTE: https://www.money.it/detrazione-contributi-colf-badante-modello-730-2023

 

Altro personale domestico

Rientrano tra il personale domestico anche figure come Baby Sitter, Cuochi, Autisti ecc...

Anche loro possono essere inquadrati a ore o in convivenza come previsto dal contratto nazionale del lavoro domestico.

Chiedi alle sedi dell'agenzia VitAssistance se necessiti di personale con queste mansioni oppure con mansioni specifiche che non riguardano le categorie elencate.

Badante

L'assistente familiare detta "BADANTE" ha il compito di assistere e accudire il tuo familiare anziano o disabile o non autosufficiente. Affidarsi alla prima persona che capita può essere molto pericoloso non solo riguardo alla professionalità ma anche dal punto di vista legale.


VitAssistance® offre la totale legalità dei contratti in quanto opera con Autorizzazione del Ministero Lavoro TI n° 39/0016556.

Il personale fornito da VitAssistance® srl e’ assunto direttamente da noi ed è inquadrato con contratto nazionale domestico come COLF BADANTE.

Le formule prevedono servizi di assistenza ad ore, servizi di assistenza notturni, oppure servizi di assistenza in convivenza per esempio con badanti conviventi (con vitto e alloggio).

Ecco solo alcuni delle mansioni che la badante svolge:

  • Assistenza alla cura della persona
  • Qualunque tipologia di igiene personale quotidiana
  • Spesa
  • Preparazione dei pasti
  • Semplice aiuto o completa somministrazione dei pasti
  • Semplice aiuto o completa vestizione
  • Assistenza, sostegno, vigilanza negli spostamenti in casa
  • Supervisione o somministrazione dei farmaci
  • Assistenza al riposo diurno e notturno
  • Cura e pulizia della casa
  • Bucato e stiro
  • Varie attività di gestione domestica (bollette, corrispondenza, ecc.)
  • Accompagnamento per visite mediche, commissioni, gite, ecc.

 

Assistenza e cura allo spirito ed al morale della persona:

  • Intrattenimento della persona: compagnia, conversazioni, giochi, letture, attività manuali, ecc.
  • Stimolo della memoria con attività dedicate (soprattutto per malati di Alzheimer)
  • Stimolo alla partecipazione, ove possibile, alle attività domestica (piccole pulizie, preparazione pasti, ecc.)
  • Affiancamento ed incoraggiamento alla frequentazione, ove possibile, di amici, parenti, comunità/eventi di svago e divertimento
  • Affiancamento e vigilanza durante uscite esterne

 

Tra gli effetti della pandemia Covid-19 c’è la diminuzione di colf e badanti irregolari. È quanto mette in evidenza un’indagine effettuata da Domina, l’Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico. Nel 2020, anno caratterizzato dal coronavirus e dalla conseguente crisi economica, se da una parte l'Italia ha registrato una forte contrazione del numero di occupati (-456 mila), il settore del lavoro domestico è stato caratterizzato da un aumento della componente regolare (+7,5%) dopo anni di stagnazione.

 

Picco di assunzioni a marzo, ottobre e novembre 2020

 

Osservando la dinamica mensile, nel 2020 le assunzioni hanno superato i licenziamenti di quasi 124 mila unità, mentre l'anno precedente il saldo era pari solo a 15 mila.In particolare, andando ad esaminare i dati mese per mese, viene messo in evidenza come le assunzioni abbiano registrato un picco nel mese di marzo (primo «lockdown») e nei mesi di ottobre e novembre (nuove restrizioni anti-Covid e primi effetti della regolarizzazione dei lavoratori stranieri). Se nel 2019 il saldo non aveva mai superato quota 12 mila, andando anche in negativo nei mesi estivi (più cessazioni che attivazioni), nel 2020 ha sfiorato le 30 mila unità nel mese di marzo e superato quella quota a ottobre e novembre (in occasione della seconda ondata della pandemia). In particolare, viene spiegato nell’indagine di Domina, quei picchi sono dovuti ad aumenti di assunzioni (intorno a quota 60 mila), presumibilmente riconducibili alla regolarizzazione di lavoratori domestici, altrimenti impossibilitati a proseguire l'attività a causa delle misure restrittive.

 

Traina la componente colf

 

Confrontando il 2019 e il 2020 per tipologia di rapporto, l’indagine mette in evidenza come il saldo assunzioni-cessazioni nel 2019 fosse trainato dalla componente «badante» per oltre il 77%, mentre nel 2020 il rapporto si è invertito, con la componente «colf» a pesare per oltre il 64%. Le motivazioni di questo nuovo scenario, osserva ancora Domina, possono ricercarsi in due fattori che hanno agito in concomitanza: normalmente la badante lavora un maggior numero di ore e rappresenta una figura più stabile per una famiglia datore di lavoro, quindi il lavoro informale è meno diffuso in questa categoria rispetto alle colf che lavorando solo poche ore a settimana. Per questo, le restrizioni dovute alla pandemia hanno influito sulle scelte delle famiglie, che hanno preferito avviare nuovi contratti di lavoro per avere la certezza della presenza del lavoratore. A questo si è aggiunta la «sanatoria» (inserita nel decreto Rilancio 34/2020), che però produrrà effetti più massicci nel 2021.

 

Lombardia e Lazio prime per assunzioni

 

A livello regionale, nel periodo 2020 il maggior numero di assunzioni di lavoratori domestici si è registrato in Lombardia (91.278) e Lazio (65.005), ma la crescita delle assunzioni rispetto al 2019 è stata maggiore in Campania, Puglia e Basilicata. Per quel che riguarda le cessazioni anche in questo caso i valori maggiori si registrano nelle regioni con più lavoratori domestici (Lombardia e Lazio), ma la crescita rispetto alle assunzioni è più contenuta e supera il 10% solo in Veneto, Marche, Puglia, Basilicata e Sicilia.

 

In tutte le regioni saldi positivi tra assunzioni e cessazioni

 

Questo andamento di assunzioni e cessazioni porta ad avere saldi positivi in tutte le regioni, con alcune peculiarità per alcune regioni del sud.Come abbiamo visto per il dato nazionale, l'incremento è dovuto principalmente al boom di assunzioni registrate a marzo, ottobre e novembre. Le assunzioni sono cresciute soprattutto nelle regioni del sud, infatti sono quasi raddoppiate in Basilicata e Puglia, mentre in Campania sono cresciute del 66%. Presumibilmente per una sorta di “regolarizzazione gestita dal basso” dalle famiglie datori di lavoro.

 

FONTE: https://www.ilsole24ore.com/art/nell-anno-covid-meno-colf-e-badanti-irregolari-picco-assunzioni-marzo-ottobre-e-novembre-2020-AEB6b7b

 

Da quando è scattato il lockdown a marzo 2020 si è avuto un boom di assunzioni: oltre 50 mila nel mese di marzo, +58,5% rispetto al 2019. Sono i dati che emergono dal rapporto Domina, secondo cui su 2 milioni di lavoratori domestici, 6 su 10 sono in nero.

 

Boom di assunzioni di colf, baby sitter e badanti durante il lockdown, ma ancora un milione di lavoratori domestici risulta in nero. Le famiglie spendono 15,1 miliardi di euro all'anno per questa forma di assistenza facendo risparmiare allo Stato 10,9 miliardi di Welfare. Sono i dati che emergono dal rapporto Domina, secondo cui sui due milioni di lavoratori domestici, 6 su 10 sono in nero. Secondo i dati Inps 2019 - viene spiegato - i lavoratori domestici regolari sono 849mila, in lieve calo rispetto al 2018 (-1,8%). Ma da quando è scattato il lockdown a marzo 2020 si è avuto un boom di assunzioni: oltre 50mila nel mese di marzo, +58,5% rispetto al 2019.

 

Inoltre, sono state effettuate 1,3 milioni di richieste di bonus baby sitter (per un importo potenziale di 1,7 miliardi) e nel I semestre 2020 sono stati movimentati quasi 270 milioni di euro attraverso il Libretto Famiglia (quasi 20 volte in più rispetto al 2019). Segno che l’emergenza sanitaria ha portato un aumento del fabbisogno di assistenza da parte delle famiglie, soprattutto per i bambini (con le scuole chiuse) e gli anziani soli.

 

Spesa superiore ai 15 mld l’anno

 

Nel 2019 le famiglie italiane hanno speso 15,1 miliardi di euro per i lavoratori domestici (retribuzione, contributi, TFR) - viene rilevato nel rapporto - e «questo rappresenta per lo Stato un risparmio in termini di welfare e assistenza, in quanto accogliere in struttura tutti gli anziani non autosufficienti costerebbe 10,9 miliardi. Senza contare che il lavoro domestico vale l'1,1% del Pil (17,9 miliardi di euro di valore aggiunto)».

 

Quanto alla “sanatoria” 2020, la regolarizzazione inserita nel Decreto Rilancio (DL 34/2020) ha visto 177mila domande di emersione di lavoratori domestici (85% del totale). «Ciò ha portato nelle casse dello Stato oltre 100 milioni di euro (30,3 al netto delle spese amministrative), a cui potrebbero poi aggiungersi oltre 300 milioni di euro l'anno, dati dal gettito fiscale e contributivo dei lavoratori regolarizzati” viene puntualizzato, aggiungendo che gli 849mila lavoratori domestici regolari portano oggi un gettito fiscale pari a 1,5 miliardi di euro. «Manca però ancora molto per una piena espressione del potenziale: se tutti i due milioni di lavoratori fossero in regola, il gettito fiscale arriverebbe a 3,6 miliardi annui»

 

FONTE: https://www.ilsole24ore.com/art/effetto-lockdown-boom-assunzioni-colf-e-badanti-ADu8iQEB

 

 

Per molto tempo, hai tenuto una colf in casa senza un regolare contratto di lavoro.

Il rapporto sta per volgere al termine e vuoi ridurre il rischio legato al lavoro nero. Ti chiedi cosa puoi fare a tale fine.

 

Purtroppo, è ancora molto diffuso, nel nostro Paese, il lavoro nero, ossia, lo svolgimento di attività di lavoro senza un regolare contratto di assunzione.

 

Il lavoro irregolare determina numerosi rischi per il datore di lavoro e per il lavoratore. Infatti, lavorare in nero significa omettere del tutto di pagare agli enti previdenziali i contributi previdenziali, oltre che porre in essere numerose infrazioni amministrative.

 

Cosa si può fare, allora, per ridurre tali rischi? Può essere utile una conciliazione con la colf in nero?

Senza dubbio la firma di un accordo conciliativo in una sede protetta con la lavoratrice può ridurre l’esposizione del datore di lavoro anche se non può annullare del tutto la possibilità di ricevere sanzioni.

 

Cos’è il lavoro nero?

 

A differenza di altri contratti, che possono essere sottoscritti dalle parti senza rispettare particolari formalità e senza dover inviare alcuna comunicazione alle autorità pubbliche, il contratto di lavoro è fortemente regolato dalla legge.

 

Quando si firma la lettera di assunzione, infatti, scattano una serie di obblighi a carico del datore di lavoro il quale deve:

 

- comunicare l’assunzione agli enti competenti;

- consegnare al lavoratore un documento che riepiloga le condizioni di impiego;

- consegnare al dipendente la busta paga mensile;

- effettuare, sulla retribuzione erogata, le trattenute di legge per pagare i contributi previdenziali e le tasse;

- rispettare, nella gestione del rapporto di lavoro, i diritti minimi inderogabili del lavoratore previsti dalla legge e dai contratti collettivi di settore (orario di lavoro, malattia, maternità, infortunio, norme sul licenziamento, mansioni, trasferimento, etc.).

 

In particolare, quando si assume una badante o una colf, il datore di lavoro deve osservare tutte le incombenze che abbiamo indicato e deve erogare alla lavoratrice uno stipendio almeno pari ai minimi salariali previsti dalla contrattazione collettiva di settore (Ccnl lavoro domestico).

 

Il lavoro irregolare, detto anche lavoro nero, consiste nell’assunzione di un lavoratore senza rispettare le regole. Il rapporto di lavoro si costituisce con un accordo verbale ma non c’è nulla di scritto e non viene effettuata nessuna comunicazione agli enti preposti.

 

COLF E BADANTE IN NERO: QUALI SONO I RISCHI E LE SANZIONI?

 

Il lavoro irregolare espone sia il datore di lavoro che il lavoratore a dei rischi molto rilevanti. Innanzitutto, c’è il rischio di sanzioni amministrative che sono previste per il datore di lavoro che omette di effettuare la comunicazione obbligatoria di assunzione e la consegna mensile della busta paga al lavoratore.

Inoltre, Inps ed Inail possono agire contro il datore di lavoro per il pagamento dei contributi previdenziali che sono stati omessi a causa della natura irregolare del rapporto di lavoro.

Le sanzioni possono arrivare sino a euro 36mila.

Oltre ai rischi connessi all’attività ispettiva dei poteri pubblici, il datore di lavoro rischia anche di ricevere una vertenza dal lavoratore che potrebbe chiedere il pagamento di tutte le differenze retributive che gli sarebbero spettate se fosse stato assunto regolarmente e se fossero state rispettare le norme di legge e del Ccnl.

 

Ad esempio, il lavoratore potrebbe chiedere, tra le altre cose, il pagamento di:

 

- trattamento di fine rapporto;

- maggiorazioni per lavoro straordinario o festivo;

- tredicesima e quattordicesima;

- indennità di malattia;

- ferie maturate e non godute.

 

CONCILIAZIONE COLF BADANTE IN NERO

 

Il rischio connesso all’aver avuto una colf badante in nero alle proprie dipendenze non può essere azzerato del tutto ma può essere ridotto sottoscrivendo una conciliazione in sede protetta con la colf badante in nero.

 

La legge [1], infatti, permette al lavoratore di rinunciare a diritti inderogabili di legge e di Ccnl di fronte ad apposite sedi protette che hanno la funzione di assistere il dipendente e di fargli comprendere pienamente ciò che sta firmando e gli effetti della conciliazione.

 

Quando il rapporto con la colf in nero si chiude, le parti possono dunque recarsi presso un conciliatore sindacale per firmare un accordo conciliativo con il quale la colf rinuncia a far valere qualsiasi diritto connesso all’intercorso rapporto di lavoro.

 

In questo modo, la colf non potrà fare causa al datore di lavoro. Quest’ultimo, tuttavia, resta sempre esposto al rischio di azioni nei suoi confronti da parte di Inps e Inail in quanto la conciliazione con la colf non produce alcun effetto nei confronti dei predetti enti di previdenza ed assistenza.

 

CERCHI UNA BADANTE ASSUNTA REGOLARMENTE ? CON QUALE CONTRATTO LEGALE DEVE ESSERE ASSUNTA ? PERCHE' DEVO AFFIDARMI A VITASSISTANCE AGENZIA DI LAVORO SPECIALISTA?

 

Le badanti fornite da Vitassistance sono assunte con l'unico contratto legale che è il Contratto Nazionale del Lavoro Domestico CCNL DOMESTICO.

 

(FATE ATTENZIONE ALLE TRUFFE CONTRATTI DI PARTITA IVA ALLE BADANTI - CO.CO.CO - CO.CO.PRO e contratti di lavoro occasionali perchè sono ILLEGALI per le badanti)

 

COME RICONOSCERE E TUTELARSI DA AGENZIE, ASSOCIAZIONI E COOPERATIVE DI BADANTI ILLEGALI ?

 

Non tutte le società presenti sul territorio possono fornire colf o badanti alle famiglie che ne hanno bisogno.

Quando una società assume una badante e la manda a lavorare a casa di una famiglia, sta svolgendo somministrazione di lavoro o fornitura di manodopera.

 

In Italia, la ricerca e la selezione di personale, l’intermediazione di personale e la fornitura diretta di personale (somministrazione di lavoro) sono tutte operazioni che possono essere svolte solo da società che sono iscritte all’Albo delle Agenzie Per il Lavoro (ANPAL) gestito dal Ministero del Lavoro e dalle Politiche Sociali.

 

Chi non è abilitato dall’albo e dal Ministero del Lavoro NON può fornire legalmente badanti a degli utilizzatori.  

 

La badante che viene mandata a casa vostra è un lavoratore subordinato che è alle vostre dipendenze. Avere qualcuno alle proprie dipendenze, ovvero stabilire gli orari di lavoro e le mansioni lavorative, è legale solo se il contratto di lavoro è di tipo subordinato (dipendente).

Per le badanti le tutele previste sono regolate dal Contratto Collettivo Nazionale Del Lavoro Domestico (CCNL domestico).

 

Molte associazioni o cooperative di badanti che non hanno l’autorizzazione ministeriale, assumono invece con forme contrattuali diverse o addirittura con contratti di lavoro autonomo (Partite Iva  - CO. CO. CO. – CO. CO. PRO. ).

 

Queste società non autorizzate che utilizzano forme contrattuali alternative mettono a rischio le famiglie che possono essere soggette a rivendicazioni da parte dei lavoratori forniti e assunti con contratti non a norma di legge.

Una badante fornita con un contratto di lavoro non regolare potrà rivendicare di essere stata una vostra dipendente e farsi risarcire di tutte le tutele previste dal relativo CCNL e di farsi assumere regolarmente e direttamente dalla famiglia utilizzatrice.

 

Il fatto di aver pagato delle fatture a queste società irregolari, non vi esonera da eventuali rivendicazioni. Infatti le fatture non riguardano il diritto del lavoro. 

Chiunque può fare una fattura, ma ciò che conta è se l’attività di fornitura di personale è svolta a norma di legge rispettando il diritto del lavoro.

 

PER TUTELARVI VERIFICATE SEMPRE LA RISPOSTA A QUESTE DUE DOMANDE:

 

1) La società che mi fornisce le badanti è una Agenzia Interinale iscritta all’albo della Agenzie Per il Lavoro? (ANPAL)

2) La badante, che viene messa alle proprie dipendenze da questa Agenzia, è assunta regolarmente e tutelata dal CCNL del Lavoro domestico

 

Questi sono requisiti fondamentali quando si tratta di mettersi in casa personale fornito da altri.

 

Fonte: La legge per tutti

 

 

Per colf, badanti e braccianti è iniziata la campagna di regolarizzazione. La sanatoria potrà essere presentata all’Inps solo per i cittadini italiani o comunitari.

A stabilirlo è il decreto Rilancio precisando che per i cittadini extracomunitari il percorso è diverso e le domande dovranno essere presentate direttamente all’Ufficio Immigrazione presso le Questure. L’Inps si occuperà solo dei residenti in Italia e dei paesi Ue.

 

Modalità di regolarizzazione

A precisarlo è l’Inps in una recente circolare, la numero 68 del 31 maggio 2020, che fornisce le istruzioni per presentare domanda di condono delle posizioni lavorative da regolarizzare facendo emergere il lavoro in nero. La domanda – spiega la circolare – dovrà essere presentata esclusivamente in maniera telematica entro il 15 luglio 2020. Le modalità di regolarizzazione riguardano i soli datori di lavoro italiani ovvero cittadini italiani o di Stati membri della Ue in possesso di permesso di soggiorno e che devono regolarizzare un rapporto di lavoro dipendente irregolare che sia stato instaurato prima del 19 maggio, data di entrata in vigore del decreto Rilancio, e risultino ancora in essere alla data di presentazione della domanda di emersione.

 

I datori di lavoro interessati

Possono essere presentate domande di regolarizzazione per le attività specificate dal decreto e cioè per il settore dell’agricoltura, allevamento e zootecnia, pesca e acquacoltura e attività connesse;  assistenza alla persona per se stessi o per componenti della propria famiglia, ancorché non conviventi, affetti da patologie o disabilità che ne limitino l’autosufficienza;  lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare. In relazione alle attività di assistenza alla persona o di sostegno al bisogno familiare, si precisa che sono equiparati ai datori di lavoro domestico persona fisica anche alcune particolari persone giuridiche, ovvero le convivenze di comunità religiose (conventi, seminari) e le convivenze militari (caserme, comandi, stazioni), che hanno lavoratori addetti al servizio diretto e personale dei conviventi, nonché le comunità senza fini di lucro (orfanotrofi e i ricoveri per anziani il cui fine è prevalentemente assistenziale), qualunque sia il numero dei componenti.

 

Requisiti di reddito

Il decreto Rilancio ha stabilito che l’ammissione alla procedura di emersione è condizionata all’attestazione del possesso, da parte del datore di lavoro, ente o società, di un reddito imponibile o di un fatturato risultante dall’ultima dichiarazione dei redditi o dal bilancio di esercizio precedente non inferiore a 30.000 euro annui. Per quanto concerne i datori di lavoro domestico o badanti, il reddito imponibile del datore di lavoro non può essere inferiore:  a 20.000 euro annui, in caso di nucleo familiare composto da un solo soggetto percettore di reddito; a 27.000 euro annui, in caso di nucleo familiare inteso come famiglia anagrafica composta da più soggetti conviventi.

 

Costi e adempimenti

Con la dichiarazione di emersione il datore di lavoro si impegna a versare un contributo di 500 euro per ciascun lavoratore. Oltre a ciò bisognerà versare una somma forfettaria che verrà fissata per decreto per le somme spettanti a titolo retributivo, contributivo e fiscale, insieme a una marca da bollo da 16 euro. La domanda per la sanatoria dovrà contenere una dichiarazione, pena annullabilità, dei requisiti di cui sopra e la dichiarazione di aver versato le somme indicate. Con l’accettazione della regolarizzazione da parte dell’Inps – si legge nella circolare – vengono sospesi anche i procedimenti amministrativi e penali pendenti o futuri a carico dei datori di lavoro “per l’impiego di lavoratori per i quali è stata presentata la dichiarazione di emersione, anche se di carattere finanziario, fiscale, previdenziale o assistenziale”.

 

FONTE: https://www.investireoggi.it/fisco/regolarizzazione-colf-badanti-e-braccianti-come-funziona-la-sanatoria-inps/

 

Chi assumerà i poveri che hanno diritto al reddito di cittadinanza? Le aziende si guardano bene dal dare garanzie. In compenso a fare un passo avanti sono le famiglie. Il 9 gennaio Assindatcolf, associazione che rappresenta due milioni di famiglie datrici di lavoro domestico, ha inviato una lettera al vicepremier Luigi Di Maio. «Riteniamo fondamentale avviare un confronto con il governo nell’immediato, per avere la certezza che anche le famiglie rientrino a pieno titolo nel provvedimento sul quale sta lavorando in queste ore l’esecutivo, denominato “Reddito di cittadinanza”», recita la missiva.

 

Per ora nessuna risposta. «Questa volta non ci sono vie di mezzo: — taglia corto Andrea Zini, vicepresidente di Assindatcolf —. Il reddito di cittadinanza può sancire il definitivo abbandono del settore al lavoro nero. Oppure l’occasione per lanciare una campagna di emersione. Tutto dipende da come sarà scritto il decreto. Dalle varie bozze non è chiaro se ad assumere con gli sgravi contributivi del reddito di cittadinanza possano essere anche le famiglie. Siamo convinti che potrebbe essere un’opportunità». Che ne pensa il sindacato, che da una parte assiste i lavoratori domestici ma spesso supporta anche le famiglie che vogliono mettere in regola i loro collaboratori? «Non c’è dubbio, potrebbe essere una strada da valutare. Ma tutto dipende da come sarà scritto il testo. E finora non abbiamo potuto confrontarci su nulla», va al sodo Gigi Petteni, presidente dell’Inas, l’Istituto nazionale di assistenza sociale della Cisl.

 

Oggi gli assistenti domestici in nero sono più di quelli in regola: 6 su 10. Il settore ha il record del lavoro irregolare. Quello che è vietato dalla legge è tollerato nei fatti. Perché spesso le famiglie hanno oggettive necessità di aiuto ma non si possono permettere di pagare anche i contributi. I controlli poi sono praticamente assenti. Per di più l’interesse della famiglia a non regolarizzare coincide spesso con quello delle lavoratrici, in gran parte donne e per l’80% straniere: molte contano di tornare prima o poi nel Paese d’origine e per questo non sono interessate alla pensione in Italia. «Oggi una famiglia con una badante a tempo pieno paga 700-750 euro a trimestre di contributi. Insomma, con i fondi corrispondenti a un anno di reddito di cittadinanza “pieno” si potrebbero azzerare i contributi per tre anni», ipotizza Zini, aggiungendo un tassello alla proposta: «Il nostro settore ha un ente bilaterale (Ebincolf, finanziato per 2 centesimi l’ora a carico della famiglia e 1 centesimo l’ora a carico lavoratore, ndr;) che potrebbe occuparsi della formazione dei lavoratori da assumere con il Rdc».

 

Le bozze del decreto circolate finora parlano genericamente di «datori di lavoro». Le famiglie non sono esplicitamente escluse. L’operazione potrebbe avere però un paio di limiti. Come si diceva, colf e badanti sono in gran parte immigrate. Di queste solo una minoranza può documentare la residenza regolare in Italia da 10 anni, condizione per accedere al reddito di cittadinanza. Poi c’è il fatto che gli sgravi contributivi a un certo punto finirebbero. E allora la convenienza a tenere il lavoratore in regole potrebbe non esserci più. «È chiaro — conclude Zini — che bisognerebbe pensare a un’operazione stabile nel tempo».

 

FONTE: https://www.corriere.it/economia/19_gennaio_16/reddito-cittadinanza-rebus-le-assunzioni-colf-badanti-f2aedecc-19d6-11e9-8af3-37b4f370f434.shtml?refresh_ce-cp